Promotori, la relazione Apf dalla A alla Z

UN ALBO, DUE SOGGETTI – Le tappe del percorso normativo che hanno portato all’Apf – così come all’Organismo degli agenti e dei mediatori (Oam) – “evidenziano l’esplorazione progressiva da parte del legislatore e delle autorità di vigilanza di un modello di razionalizzazione dei compiti di controllo nel settore della distribuzione fuori sede dei prodotti finanziari”. E a questo punto “il processo di convergenza è maturo per essere codificato attraverso la previsione di un unico Organismo della consulenza, nel cui Albo siano iscritti tutti i soggetti – promotori finanziari e consulenti – che svolgono la medesima attività”. È con queste parole che l’Organismo incaricato della tenuta dell’Albo dei promotori finanziari (l’Apf, appunto) torna sul tema della “casa unica della consulenza”. Lo fa nella sua relazione annuale, presentata a Roma giovedì 29 maggio presso la Sala Capitolare del Senato, per la prima volta sotto la presidenza di Carla Rabitti Bedogni. “L’Organismo che gestirà tale Albo”, si legge ancora sul documento che fa il punto sull’intero 2013, “dovrà farsi garante della professionalità di tutti gli iscritti, vigilando sulla correttezza dei comportamenti, irrogando sanzioni dove necessario e favorendo un continuo processo di crescita delle competenze dei soggetti iscritti”.

TRASFERIRE LA VIGILANZA – Un richiamo, dunque, anche alla necessità di trasferire la vigilanza in capo all’Organismo, come peraltro i protagonisti del settore chiedono da almeno un anno. Da quando, cioè – a seguito dell’apertura delle principali autorità e delle istituzioni del mercato – si è cominciato a parlare di un Albo unico pf-consulenti. D’altro canto, la netta distinzione tra le due professionalità non è più così netta. “Il concetto di ‘promoter’ ormai è stato ampliamente superato dal mercato, che individua il promotore finanziario come una figura di elevata professionalità che presta il servizio di consulenza finanziaria ai clienti per conto dell’intermediario di riferimento”. Nella relazione, Apf evidenzia infatti che la consulenza “è un servizio a valore aggiunto che i promotori già da dieci anni offrono sul mercato, per conto degli intermediari di riferimento. Tale servizio richiede capacità professionali e di pianificazione finanziaria elevate, formazione professionale continua, conoscenza, attenzione al cliente, chiarezza espositiva, affidabilità”, qualità “che potranno identificare il promotore finanziario e il consulente nello svolgimento della stessa attività”. Sull’idoneità di ognuno indaga e, verosimilmente, indagherà lo stesso Organismo Apf  tramite l’esame e le verifiche successive.

Di seguito, il testo integrale della relazione annuale Apf.

 

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