Per i promotori la nuova tassazione sulle rendite finanziarie può essere un’occasione

SCATTA L’AUMENTO DELL’ALIQUOTA – Una seccatura e un maggior esborso? Sicuramente. Ma l’incremento della tassazione sulle rendite finanziarie, che a partire da domani salirà dal 20% al 26% (qui la notizia), costituisce senza dubbio anche una bella occasione per i professionisti del risparmio di fornire consulenza di qualità ai propri clienti. Sono queste, a grandi linee, le impressioni scaturite da un giro di telefonate condotto da BLUERATING tra i professionisti delle principali reti italiane alla vigilia del cambiamento.

UN’OCCASIONE PER OFFRIRE VALORE AGGIUNTO, SOPRATTUTTO DOPO L’ESTATE – “Come ogni modifica a livello legislativo, anche questa per noi è un’occasione per dimostrare valore aggiunto ai clienti”, ha spiegato un area manager di una importante rete di promotori. “Noi ci siamo preparati per tempo, anche se gli ultimi dettagli arrivano sempre all’ultimo momento. Immagino che il periodo ‘caldo’ sarà dopo l’estate, dato che il termine per fare l’affrancamento (un meccanismo che permette di applicare la precedente aliquota sui guadagni calcolati in base al prezzo in vigore al 30 giugno 2014 tramite una sorta di cessione “fittizia” del titolo, ndr) è fissato per il 30 settembre. Quel mese sarà quindi dedicato a valutare ad personam con i clienti quando è il caso di effettuare l’affrancamento. A livello operativo comunque sarà più semplice rispetto a quando c’era stato il precedente passaggio dal 12,5% al 20%: in quel caso c’era anche il tema dell’affrancamento su risparmio gestito e sicav, mentre questa volta per le sicav fanno tutto le banche depositarie, quindi per noi la valutazione resta solo per la parte che riguarda dossier titoli, quindi la parte amministrata”.

LA NORMA NON FARA’ BENE AL MERCATO
– In ogni caso, ha fatto notare un altro professionista interpellato da BLUERATING, questo aumento di tassazione sicuramente non farà bene al mercato: “noi non possiamo fare altro che dire ai clienti di usare strumenti, come i fondi, che possono mediare meglio sia sul fronte della diversificazione sia su quello della tassazione. Dal punto di vista professionale poi, bisognerebbe ribadire al Governo che, se vogliamo che il Pil cresca in Italia, dovremmo tutelare un po’ di più il risparmio. Se sulle transazioni speculative può essere infatti moralmente accettabile un alto livello di tassazione, per quanto riguarda il risparmio ritengo sia un grosso errore alzare l’aliquota, perché se non si agevolano fondi pensione e fondi di investimento, tassando il risparmio dei piccoli e medi investitori, non si incentivano di riflesso neanche le aziende”. Sulla stessa linea ache un asset manager, secondo cui la nuova normativa “sembra convogliare il risparmio verso determinati struenti, fiscalmente più vantaggiosi o meno penalizzati, come i titoli di Stato. E questo in un momento in cui i titoli di Stato hanno i rendimenti al minimo storico: in questo modo si avvantaggia l’emittente di debito, quindi lo Stato, ma si penalizza l’investitore visto che il rendimento è bassissimo e spesso sotto il livello reale di inflazione. Invece vengono penalizzati strumenti che avrebbero la potenzialità di generare redditi superiori con un’allocazione più proattiva”. Detto questo, ha continuato il gestore, “non mi aspetto una fuga di massa dai fondi di investimento: alla fine stiamo parlando di un incremento di tassazione pari al 6% delle gain maturate, quindi se c’è una gain superiore a questo livello, già la tassazione viene annullata”.

ALLARME TRASPARENZA – Un altro esperto, questa volta di una sim di consulenza indipendente, punta l’attenzione invece sui rischi di scarsa trasparenza da parte delle reti di vendita: “gli investitori devono fare attenzione a quello che comprano, perché saranno in molti a cercare di sfruttare la situazione per fare i propri interessi”, ha spiegato. “Con l’aumento della tassazione sulle rendite, mi aspetto per esempio una massiccia vendita di fondi di investimento a favore delle polizze assicurative, fiscalmente più vantaggiose. Ma attenzione: una scatola di prodotti assicurativi ha dei costi di gestione elevati da non sottovalutare, che potrebbero renderla in definitiva meno conveniente rispetto ai fondi, anche con i nuovi livelli di tassazione”.

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