Patuelli (Abi): norme avverse sulle banche non aiutano l’economia

“NORMATIVE AVVERSE” – Le banche chiedono al governo un “forte ripensamento” delle “normative avverse” e delle imposizioni fiscali perché, altrimenti, le ricadute sul sistema economico sarebbero pesanti. Tanto più dal momento che l’Italia sta vivendo “una debole ripresa”. Questo, secondo varie agenzie di stampa, il principale messaggio arrivato dal presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, all’assemblea dell’Associazione bancaria italiana che si è tenuta giovedì 10 luglio presso il Palazzo dei Congressi dell’Eur a Roma. “I sintomi di ripresa sono ancora limitati, frenati innanzitutto dalle croniche debolezze italiane”. Patuelli ha chiesto al governo riforme “non confuse” per favorire la ripresa economica. E ha ricordato che gli aumenti di capitale realizzati o in corso da parte delle banche italiane servono anche “per avere maggiore capacità di effettuare ulteriori prestiti“.

PRESTITI E MUTUI – Il peso della tassazione, ha ribadito Patuelli, “contrasta non solo con le regole di equità” ma sfavorisce la ricapitalizzazione delle banche italiane nell’anno dell’esame da parte della Banca centrale europea. Citando poi gli ultimi dati su mutui e leasing, il presidente dell’Abi ha spiegato che gli aumenti di capitale realizzati o in corso da parte delle banche italiane “servono non solo per meglio superare gli esami europei ma egualmente per avere maggiore capacità di effettuare ulteriori prestiti”. Il presidente Abi ha riferito che negli ultimi sei anni, malgrado la crisi, i prestiti bancari sono passati dai 1.555 miliardi nell’agosto 2008 ai 1.711 miliardi dell’aprile scorso con un picco nel luglio 2012 di 1.800 miliardi.

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