Orgogliosi di dirsi “popolari” al fianco di famiglie e imprese

Il perdurare della crisi economica e finanziaria che dal 2008 ha investito la nostra economia sta mettendo a dura prova il tessuto produttivo e finanziario del Paese. Tutto questo ha reso più complesso e delicato il ruolo delle Banche Popolari e la loro funzione nel continuare a rappresentare quel prezioso punto di riferimento per i territori. Nondimeno, malgrado il contesto di riferimento, il Credito Popolare ha saputo svolgere il proprio compito di sostegno delle comunità locali. Lo conferma il costante aumento del numero dei soci, arrivati a oltre 1,3 milioni, e dei clienti (12,3 milioni), rafforzando la capacità di attrazione e la propensione alla prossimità dei nostri istituti.

L’applicazione quotidiana dei principi cooperativi nella pratica bancaria rappresenta l’elemento che ha permesso alle banche della categoria di continuare ad accrescere le quote di mercato, come evidenziato anche nell’ultima relazione annuale della Banca d’Italia. Nel corso del 2013, infatti, il peso della provvista è salito dal 24,7% fino a sfiorare il 25% e quello dei crediti alla clientela dal 25,3% al 26,4%. Inoltre, nel corso dell’anno passato gli istituti del credito popolare hanno continuato a erogare credito alle pmi concedendo nuovi finanziamenti per un totale di 36 miliardi di euro. Altri 10 miliardi sono stati messi a disposizione nei primi quattro mesi dell’anno corrente.

Rimanendo fedeli ai loro principi cooperativi, peraltro, numerose Banche Popolari hanno provveduto autonomamente e spontaneamente ad apportare modifiche statutarie per adeguare i propri assetti di governo ai più recenti orientamenti europei e ai mutati scenari di mercato. Ciò rappresenta non solo la migliore dimostrazione della duttilità del modello della Banca Popolare e della sua capacità di adattamento ai processi evolutivi in corso, ma anche la confutazione di chi vorrebbe additare, a torto, la categoria come “tetragona” al cambiamento. In un contesto deteriorato dalla crisi e nello stesso tempo denso d’impegni, soprattutto in vista dell’unione bancaria europea, proseguendo nel percorso di rafforzamento patrimoniale già in atto da alcuni anni, le Banche Popolari hanno poi accelerato il processo di razionalizzazione e riorganizzazione delle singole realtà bancarie all’interno dei corrispondenti gruppi, dando origine a strutture più lineari ed efficienti e mantenendo elevato il radicamento nelle rispettive realtà di riferimento.

Questo perché, nel corso degli ultimi due anni, il processo d’integrazione del mercato bancario a livello europeo è proseguito in misura sempre più rapida, portando le principali banche di ogni Paese comunitario, e tra queste diverse Popolari e numerose realtà cooperative di altri Paesi, a confrontarsi con una dimensione che non è più esclusivamente quella nazionale, ma continentale. La fragilità manifestata in questi anni in alcuni momenti dall’architettura di regole che ha portato alla creazione della moneta unica ha sollecitato le istituzioni comunitarie a migliorare e a rendere più stringente tale processo. L’introduzione di regole comuni, di un fondo comune di salvataggio delle banche, sia pure con risorse ancora insufficienti, e di un sistema comune di garanzia dei depositi sono tutti strumenti che in questi mesi le autorità europee stanno implementando al fine di creare le condizioni più idonee per la nascita di un sistema bancario europeo unico più organico e omogeneo.

L’unione bancaria avrà come elemento cardine la Banca centrale europea, che svolgerà direttamente i compiti di vigilanza su circa 124 dei più importanti istituti bancari europei, tra i quali sette Banche Popolari, mentre per le restanti banche questa funzione continuerà a essere svolta in condizioni normali da quelle che sono le singole banche centrali nazionali. Al fine di assicurare una difesa sempre più attiva delle Banche Popolari in ambito europeo, l’Associazione di categoria in questi due anni ha intensificato la sua presenza e rafforzato le relazioni a livello istituzionale. È in questa prospettiva che si inseriscono gli incontri che l’Assopopolari ha avuto con l’Eba (l’Autorità bancaria europea) e con altre realtà creditizie cooperative europee. Inoltre, lo scorso mese di giugno si è tenuto a Roma il comitato esecutivo dell’Eacb, l’Associazione europea delle banche cooperative con sede a Bruxelles e di cui Assopopolari è parte integrante e attiva. Un appuntamento che in virtù delle tematiche del momento ha assunto un significato profondamente istituzionale e politico.

Ancora una volta, infatti, questa è stata l’occasione per riaffermare la piena appartenenza della cooperazione bancaria italiana al grande movimento delle banche popolari cooperative internazionale. Soprattutto da quest’anno, con l’Italia che entra a pieno titolo nel novero dei Paesi cui spetta periodicamente esprimere un proprio candidato per la carica di presidente dell’Eacb, oltre a un vice presidente nel board. È questo un riconoscimento importante per tutto il movimento della cooperazione italiana, per il peso che riveste nel sistema bancario del nostro Paese e nei confronti delle altre realtà della cooperazione internazionale. Come ha ricordato nell’ultima assemblea dell’Associazione svoltasi il 10 luglio scorso il nuovo presidente di Assopopolari Ettore Caselli i valori fondanti delle Popolari e del loro modo peculiare di fare banca hanno radici lontane nel tempo che però hanno saputo rinnovarsi nel corso della loro storia confermando la loro vitalità e attualità.

L’aggettivo “popolare” che figura nella ragione sociale di questi istituti è motivo di orgoglio e la forma cooperativa è ancora oggi la più adeguata per mantenere e rafforzare quel ruolo di banca dei territori che rappresenta senza alcun dubbio un fattore determinante di successo. Proprio per questo motivo, pur in una situazione di crisi profonda e a prezzo di grandi sacrifici, le Banche Popolari hanno saputo mantenere negli ultimi anni un solido legame con l’economia reale, senza arretrare di fronte alla domanda di famiglie e imprese. Un sostegno concreto che, proprio in virtù della loro specificità e dell’ampia democrazia economica che le attraversa, culminante con le assemblee societarie, continueranno ad assicurare, con rinnovato vigore, al tessuto produttivo e in particolare alle pmi, per contribuire a un rafforzamento delle opportunità di ripresa economica che iniziano a profilarsi.

*segretario generale Associazione nazionale fra le Banche Popolari

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