Contratto bancari, sindacati inferociti: i top manager ingrassano

CONTRATTO O MOBILITAZIONE – O un nuovo contratto nazionale o mobilitazione. Questo l’aut-aut che i sindacati dei bancari spediscono all’Abi dopo l’incontro di giovedì 18 settembre sul rinnovo dell’accordo per gli oltre 309mila lavoratori italiani del settore. L’agenzia di stampa Adnkronos riassume in un articolo le posizioni – unanimi, va detto – delle varie sigle. “Abbiamo ribadito per l’ennesima volta”, dice Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi, “che è necessario un nuovo modello di banca e il rinnovo del contratto collettivo nazionale del lavoro per rilanciare il settore bancario, garantendo occupazione e crescita dei salari. Se non cambierà l’atteggiamento della nostra controparte, si andrà alla mobilitazione della categoria, in tutte le forme possibili, non escluso lo sciopero”.

IL TAGLIO DEI POSTI “NON È INEVITABILE”
– “Se l’Associazione bancaria italiana non modifica la sua posizione”, rincara il segretario generale di Fisac Agostino Megale, “la mobilitazione della categoria sarà inevitabile. Non condividiamo l’idea di un’inevitabile riduzione dell’occupazione. È tempo che, fin dal prossimo incontro del 24, si rilanci il negoziato sulla base della nostra piattaforma, che ricordo ha ricevuto il 95% dei consensi, con l’obiettivo di rinnovare il contratto per tutti i lavoratori del settore”. L’Ugl, dal canto suo, “valuterà eventuali azioni di lotta per difendere il futuro della categoria e la dignità professionale dei lavoratori”.

DIPENDENTI CONTRO TOP MANAGER
– Il segretario generale Uilca Massimo Masi tuona: “non si capisce come mai solo i lavoratori debbano aspettare per veder riconoscere i propri diritti, quando nelle banche crescono a dismisura gli stipendi del top management e le pressioni commerciali dei capetti di turno. Comunque, la Uilca si è detta disponibile ad affrontare tutti i temi, per trovare una soluzione condivisa. A tal proposito si è già costituita, su richiesta sindacale, una commissione tecnica che dovrà valutare l’impatto economico della trasformazione dell’edr (l’elemento distinto della retribuzione, n.d.r.) in retribuzione sui bilanci delle banche. Questa commissione si riunirà lunedì 22 settembre alle 15.00″.

POLITICHE DI LUNGO RESPIRO
– Infine, il segretario generale della Fiba Cisl, Giulio Romani, sottolinea: “non accettiamo lo scambio tra salario e occupazione. Abbiamo dimostrato coscienza del fatto che se non si passa da una riforma vera del modello di banca, del contratto che regola quel modello e quindi della struttura dei costi, difficilmente faremo politiche di lungo respiro”.

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