Stress test, bocciate Mps e Carige

25 BANCHE EUROPEE BOCCIATE – Sono state in tutto 25 le banche europee “bocciate” agli stress test della Bce, che hanno portato alla luce una carenza di capitale complessiva di quasi 25 miliardi di euro: nonostante l’Eurotower abbia riconosciuto il rafforzamento del capitale con cui 12 degli istituti messi all’indice si sono nel frattempo messi al sicuro, resta il buco da 9,5 miliardi di capitale da colmare per gli altri. Per le tabelle della Bce, nove banche italiane sono state inizialmente bocciate; diventano quattro se si escludono Veneto Banca, Banca Popolare di Sondrio, Banca Piccolo Credito Valtellinese, Bper e Banco Popolare, che hanno già rafforzato il patrimonio tra gennaio e settembre scorsi, mentre le popolari di Milano e Vicenza, pur tecnicamente bocciate dalla Bce, risultano in regola con i criteri di Bankitalia. Alla fine, restano dietro la lavagna Montepaschi, che valuta “opzioni strategiche”, e Carige. Promosse invece a pieni voti Credito Emiliano, Ubi Banca, UniCredit, Mediobanca, Iccrea e Intesa Sanpaolo, quest’ultima con i risultati migliori in assoluto. Gli stress test erano costituiti da una revisione degli attivi, che ha svelato 136 miliardi di nuovi crediti deteriorati, e da un test di resistenza, che nello scenario peggiore vedrebbe 263 miliardi di capitale bancario andare in fumo.

IL PIANO DI OGNI BANCA ENTRO DUE SETTIMANE
– Ora la Bce vuole vedere entro due settimane il piano di ciascuna banca, da realizzare in pochi mesi. Aprendo una probabile corsa a fusioni e acquisizioni, anche in Italia, dove Montepaschi considera ora “opzioni strategiche”. “La priorità sarà che ogni carenza di capitale sia coperta da fonti private”, ha commentato la Commissione Ue. Dai test di Francoforte, di fatto, emerge un divario in Europa che, complici la recessione nel sud e la contabilizzazione dei titoli di Stato in pancia alle banche, fa di Italia, Grecia e Cipro i paesi più colpiti. Mentre non ci sono state brutte sorprese in Francia (se si esclude Dexia) e in Germania.

L’ITALIA – “Credo che i risultati siano nel complesso rassicuranti e per noi non inattesi”, ha osservato il vicedirettore generale di Bankitalia Fabio Panetta, che però non nasconde per l’Italia uno scenario simulato dai test “molto sfavorevole”. Così la Penisola si ritrova nove banche bocciate tecnicamente (sulla base dei dati ‘statici’ a fine 2013) nello scenario peggiore dello stress test, che dopo il rafforzamento del capitale operato da Veneto Banca, Banco Popolare, Creval, Sondrio e Bper nei primi nove mesi del 2014 si riducono a quattro. Ci sono le popolari Milano e Vicenza, che Francoforte considera in difetto di capitale anche se con ogni probabilità si affiderà al giudizio di Bankitalia. In base al quale Bpm si salva grazie alla rimozione dei requisiti prudenziali aggiuntivi imposti da Via Nazionale nel 2010, e la vicentina con il cda in extremis di ieri che ha deciso di convertire un bond in capitale. Mentre non c’è appello per Montepaschi e Carige, con 2,1 miliardi e 814 milioni rispettivamente da trovare al più presto.

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