Azimut, tentazione Lugano

UN OBOLO PER SOSTENERE IL PAESE -  “Di fronte all’accanimento del Fisco, la tentazione di trasferirsi a Lugano è forte”.  Parola di Pietro Giuliani, numero uno del gruppo Azimut, che ha rilasciato un’intervista a Plus (Sole 24 Ore) dopo aver accettato di pagare 118 milioni di euro all’Erario per chiudere alcune vertenze fiscali relative al periodo 2001-2013 (qui la notizia). Una cifra – definita da Giuliani un “obolo per sostenere il Paese” – che il gruppo ha deciso di pagare solo per uscire dall’incertezza e chiudere un contenzioso difficile da spiegare agli investitori istituzionali anglosassoni presenti nell’azionariato.

UN TAX RATE INTORNO AL 15%, NON DI PIU’ – Ora però Azimut intende aprire un interpello presso l’Agenzia delle Entrate: “in futuro ritengo ragionevole pagare un tax rate (cioè il carico fiscale complessivo che pesa su una società, n.d.r.) intorno al 15%: sono d’accordo che non posso pagare quanto una società lussemburghese che raccoglie e gestisce soldi nel Granducato, ma ormai oltre un quarto dei risparmi degli italiani è in mano a banche estere che continueranno a pagare un tax rate molto più basso”, ha detto il presidente e a.d. di Azimut. In Italia il carico fiscale sulle società si attesta a oltre il 30%, mentre in Irlanda e Lussemburgo la quota non supera il 12,5%.

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