I libretti delle Coop? Vanno disinvestiti se utilizzati come forme di investimento

DOMANDA – Alcuni miei clienti, possessori di libretti di deposito presso una nota Coop, mi chiedono se sia meglio disinvestire dopo le notizie di crack che provengono da cooperative del nord-est. Ho risposto affermativamente, a mio giudizio è un investimento troppo rischioso. Lo confermate?

RISPOSTA – Possiamo di sicuro confermare al lettore che il consiglio dato ai suoi clienti è più che opportuno perché il libretto di deposito presso una coop, concepito come una forma di investimento, può essere molto rischioso come alcuni fatti di cronaca hanno evidenziato nonché per le caratteristiche proprie dello strumento. Ma andiamo per ordine, ciò che sta accadendo con le Coop Operaie di Trieste e la Coop Carnica (le cooperative del nord est in dissesto a cui faceva riferimento il promotore finanziario), peraltro, non è un evento nuovo. Sebbene siano trascorsi oltre dieci anni, tantissimi risparmiatori della provincia di Ferrara ricordano ancora i danni procurati dalla Coop Costruttori di Argenta che trascinò con sé l’economia dell’intera zona, tanto era elevata la diffusione dei “libretti”.
Tutte queste situazioni negative sono originate dal fatto che è stato snaturato il prestito sociale, vale a dire il prestito che un socio effettua nei confronti della cooperativa di cui è membro. Con il tempo, molte cooperative e di ogni tipo hanno iniziato a reggersi quasi esclusivamente su tale forma di finanziamento, per loro assai più economica e di facile accesso rispetto ad altre, spingendo quindi gli interessati a investire sempre di più.  Ed eccoci al nocciolo del problema e all’equivoco di fondo: se lo si vede come forma di investimento, il prestito sociale non è affatto valido. I portatori dei “libretti” delle cooperative, infatti, sono creditori di una società, una posizione quindi che non può essere paragonata quanto a solidità a quella di titolare di depositi bancari o anche postali che godono della garanzia dello Stato sul debito della Cassa Depositi e Prestiti. Le coop, quindi, dovrebbero offrire tassi di interesse di molto superiori rispetto a quelli che normalmente applicano per essere competitive. Se nelle coop commerciali questi “libretti” vengono usati come uno strumento funzionale alla liquidità per fare la spesa, ciò può anche andare bene mentre è illogico usarli quale forma di investimento alla stregua di un conto di deposito. Anche dal punto di vista normativo stanno emergendo falle nell’applicazione del prestito sociale e la Banca d’Italia sta finalmente iniziando a voler vederci chiaro, in quanto la raccolta del risparmio da parte delle cooperative è possibile solo tramite strumenti che non siano “a vista”, vale a dire esigibili senza preavviso, cosa che invece regolarmente avviene. Sotto questo aspetto, potrebbero arrivare provvedimenti nei confronti degli amministratori per esercizio abusivo dell’attività bancaria.

Hai un quesito da porre a Sportello Advisory? Scrivi a: [email protected]

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!