Consulenti, salta ancora l’Albo unico

L’ALBO SLITTA ANCORA – Ennesima fumata nera sull’avvio dell’Albo unico dei consulenti finanziari. L’Investment compact approvato ieri dal Consiglio dei ministri (qui la notizia) non contiene alcuna norma relativa alla riforma del settore della consulenza finanziaria, di cui si parlava invece nella bozza del decreto che aveva riacceso le speranze di promotori e advisor (vai qui per la notizia precedente).

LE NORME DEL DECRETO – Il testo cita invece, nella sezione dedicata alle “Disposizioni urgenti per il sistema bancario e gli investimenti”, la riforma delle banche popolari, le società di servizio per la patrimonializzazione e la ristrutturazione delle imprese italiane, la portabilità conti correnti, l’attività di Sace, le Pmi innovative, le modifiche alla tassazione dei redditi derivanti dai beni immateriali e marchi, le misure a favore dei fondi di credito e il ricorso facoltativo alla provvista Cdp per banche e intermediari finanziari che erogano finanziamenti alle pmi.

UN DECRETO ASCIUTTO – Del resto, già nel corso della conferenza stampa di ieri (qui la notizia), i ministri Delrio, Padoan e Guidi, insieme al presidente Matteo Renzi, avevano spiegato di aver optato per un decreto con una “articolazione asciutta”, approvato in tempi brevi per favorire le misure più urgenti. Sembra dunque che la riforma del settore della consulenza finanziaria – attesa ormai da un anno e mezzo -  sia destinata ad aspettare ancora. Intanto il 31 dicembre 2015 scadrà l’ennesima proroga dell’autorizzazione all’esercizio temporaneo dell’attività di consulente finanziario. Questa autorizzazione, lo ricordiamo, è stata estesa di volta in volta dal decreto legislativo di recepimento della direttiva Mifid (164/2007), che ha previsto appunto la possibilità, per i soggetti che esercitavano l’attività di consulenza in materia di investimenti al 31 ottobre 2007, di continuare a svolgerla in modalità “provvisoria” in attesa di una regolamentazione più corposa.

IL COMMENTO DI ASCOSIM – Il mancato avvio dell’Albo unico “è un copione che si ripete, dopo quello che era successo – anche se con modalità diverse – prima a luglio e poi a dicembre”, ha commentato Massimo Scolari, segretario generale di Ascosim, contattato da Bluerating. “Credo che questa volta la norma non sia stata neanche discussa. Ma non ci sono elementi per capire se si sia trattato di un rinvio tecnico o se ci sia sotto qualcosa di più sostanziale”. Del resto, ha osservato Scolari, “qualcosa bisognerà fare, ci sono delle scadenze in arrivo: quella di non fare la riforma non è un’opzione. E poi c’è un testo condiviso da tutti i soggetti interessati, a cui nessuno ha mai proposto delle alternative. Non si capiscono le ragioni di questi continui rinvii, anche perché non vengono date spiegazioni. Così è disarmante, perché nessuna parola viene detta: si commenta il vuoto”.

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