Fondi quotati, Poletto (Borsa Italiana): possibile remunerazione per i pf

REMUNERARE I PROMOTORI – Una volta che il meccanismo per la quotazione dei fondi a Piazza Affari sarà ben oliato, Borsa Italiana potrebbe pensare di remunerare le reti di promotori finanziari. Parola di Pietro Poletto, head of etf & fixed income markets del gruppo London Stock Exchange, intervenuto oggi al convegno Ascosim in corso a Palazzo Mezzanotte a Milano. “Probabilmente in un primo momento la possibilità di quotare i fondi attrarrà soprattutto le società di gestione più piccole, perché quelle più grandi hanno logiche distributive proprie: naturalmente chi ha già importanti accordi con le reti al momento rimane alla finestra”, ha osservato Poletto. In ogni caso le reti non si sentano minacciate, ha aggiunto: “in una seconda fase del mercato, potremo tranquillamente remunerare i promotori”.

PERPLESSITA’ – Un’affermazione che ha fatto alzare qualche sopracciglio. “Sono perplesso”, ha commentato Marco Tofanelli, segretario generale di Assoreti, “Borsa Italiana dovrà cercare di essere autorizzata in qualche modo al collocamento fuori sede per poter remunerare i distributori”. Non solo: in un mercato che va sempre più verso il divieto di retrocedere le commissioni di gestione, una simile mossa risulterebbe in controtendenza, ha fatto notare Gianpaolo Nodari, a.d. di J. Lamarck sim.

I TEMPI DELLA QUOTAZIONE – Quanto ai tempi del processo di quotazione, Poletto ha spiegato che il segmento Etfplus che accoglierà i fondi comuni è formalmente aperto dal primo dicembre ed è attualmente in una fase di test. “L’iter è stato più lungo del previsto a causa di alcune modifiche presso Consob e Banca d’Italia, ma noi siamo pronti: abbiamo già ricevuto diverse domande di sgr e nelle prossime settimane dovremmo avere i primi fondi quotati”. Con questa iniziativa, ha evidenziato ancora Poletto, “Borsa Italiana ambisce a diventare una sorta di supermarket finanziario, sempre naturalmente nell’ambito della regolamentazione e nel rispetto della Mifid”.

LA POSIZIONE DI ASSORETI
– Ma cosa ne pensano le reti di promotori finanziari? “Noi non siamo, come detto tante volte, acerrimi nemici di questa iniziativa di Borsa Italiana”, ha sottolineato Tofanelli. “Questo è il mercato. Il punto cruciale è la sostenibilità economica di questo nuovo modello: se sarà raggiunta, avremo un nuovo canale distributivo, che non sarà comunque una minaccia per le reti”. Queste ultime infatti, ha aggiunto il segretario generale di Assoreti, “svolgono un ruolo importante come intermediari, che consiste, oltre che nella creazione di una relazione, nel mettere a disposizione una piattaforma in grado ad accentrare numerose funzioni”.

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