Banca Valsabbina: crescono ricavi, raccolta e impieghi verso la clientela

Il Consiglio di Amministrazione di Banca Valsabbina ha approvato nel corso della seduta di ieri il bilancio semestrale al 30 giugno 2017, che ha visto una crescita significativa dei ricavi, con il margine di interesse incrementato del 15,4%, grazie in particolare alla crescita degli impieghi verso la clientela.

Le commissioni nette sono invece salite del 5%, trainate dalle ottime performance del risparmio gestito, che ha totalizzato una raccolta netta, nei primi sei mesi, pari a 130 milioni di euro. Il margine di intermediazione è salito del 6,5%, nonostante il mancato apporto degli utili del portafoglio titoli di proprietà, legato al rialzo dei tassi della curva dei titoli governativi italiani.

Cresciuti anche i costi operativi (+15,9%), questi ultimi come conseguenza dell’integrazione delle 7 filiali e dei 33 dipendenti di Hypo Alpe Adria Bank e dell’attivazione della nuova filiale di Milano, oltre che ad alcuni costi “una tantum” non replicabili nel secondo semestre. La contribuzione obbligatoria per il salvataggio di altre banche incide inoltre per ulteriori 1,1 milioni di euro. Banca Valsabbina ha registrato inoltre un deciso miglioramento della qualità del credito, con il costo del credito sceso a 7,7 milioni, pari allo 0,5% degli impieghi, e un significativo miglioramento di tutti i principali indicatori, con i crediti deteriorati netti ridotti del 9% rispetto a 12 mesi prima ed il texas ratio pari al 95%.

L’utile netto si attesta a 47.769 euro, dovendo scontare in maniera ancor più gravosa che negli ultimi anni il peso del sostegno al sistema bancario del paese. Tale sostegno di è concretizzato, oltre che con il già citato contributo 1,1 milioni di euro, con la svalutazione del Fondo Atlante per 4 milioni di euro (91% del versamento effettuato), interamente spesata nel primo semestre.

Il Fondo Atlante era nato come soluzione di sistema, con la finalità di supportare e rilanciare le banche in difficoltà, migliorando il clima di fiducia nei confronti di tutti gli istituti di credito, elemento di cui avrebbe beneficiato tutto il sistema. Con estremo senso di responsabilità, anche Banca Valsabbina, come la maggioranza del sistema, ha partecipato all’iniziativa, con un investimento di 5 milioni di euro che, nelle finalità dei promotori e dei sottoscrittori, avrebbe dovuto sostituire i costosi contributi “a fondo perduto” ai fondi di risoluzione delle crisi bancarie. Come è noto, la maggior parte del Fondo Atlante è stato investito nelle due popolari venete, la cui crisi si è rivelata più grave del previsto, e si è purtroppo conclusa recentemente con l’azzeramento di un investimento effettuato solo un anno fa.

“Tutti gli indicatori testimoniano la dinamicità del nostro istituto, ha dichiarato Renato Barbieri, presidente di Banca Valsabbina, e va ricordato che il dato sull’utile è stato fortemente penalizzato dal contributo di oltre 5 milioni di euro che abbiamo destinato al salvataggio di alcune banche italiane attraverso il fondo Atlante e la contribuzione obbligatoria. Ciò, ha concluso Barbieri, ha determinato effetti negativi sul risultato economico semestrale della nostra Banca, che altrimenti sarebbe stato sensibilmente migliore rispetto al primo semestre del 2016, che aveva registrato un utile netto di 1,7 milioni di euro”.

La raccolta complessiva è stata pari a 4,79 miliardi (+3%). Nel dettaglio, rispetto al 30 giugno 2016, quella diretta è stata pari a 3.166 milioni, (-1,9%) e quella indiretta a 1.625 milioni, in crescita del 14,1% rispetto allo stesso periodo dell’esercizio 2016. Gli impieghi verso la clientela sono pari a circa 3 miliardi di euro, in crescita del 7,8% rispetto allo stesso periodo del precedente esercizio. Significativo anche l’andamento delle nuove erogazioni a medio termine, con nuove operazioni che hanno consentito di erogare nel semestre circa euro 270 milioni (+20%) a favore di 2.700 tra famiglie ed imprese del territorio di riferimento. Il patrimonio netto di Banca Valsabbina è pari a 384 milioni di euro, con gli indicatori di solidità che si confermano ampiamente al di sopra rispetto a quelli richiesti dalle Autorità di Vigilanza (CET1 15,2% e Tier Total 16,8%).

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