Macché robo-advisor: gli investitori vogliono consulenti in carne e ossa

LA RICERCA ROBOADVISOR – Tecnologia sì, ma fino a un certo punto. Soprattutto quando si tratta di investimenti. Secondo l’ultima ricerca della statunitense Charles Schwab  – che recentemente ha sviluppato un servizio di gestione automatizzata per la creazione del portafoglio – due terzi degli investitori preferiscono affidarsi a un consulente finanziario in carne e ossa piuttosto che ad algoritmi informatici per la gestione dei propri risparmi.

LE PREFERENZA – Il dato più sorprendente arriva proprio da quella fascia di età, in teoria, più propensa a questo tipo di servizi tecnologici: i Millennials (25-35 anni). Tra di loro solo il 40% sceglie un portafoglio creato da un robo-advisor. Stessa percentuale anche tra la Gen X (36-50 anni). Da sottolineare soprattutto che la preferenza per un professionista aumenta quando la situazione finanziaria del cliente si complica o in concomitanza di qualche grande evento come matrimonio, laurea o morte di qualche familiare.


(Elaborazione tabella: Wealtmanagement.com)

FASCIA DI REDDITO – Non sorprende, invece, che i più ricchi vogliano i servizi di consulenti professionali. Secondo l’indagine Schwab, solo un terzo degli investitori ultra high net worth (quelli con più di un milione di dollari di patrimonio, n.d.r.) preferisce investire in maniera automatizzata, mentre ancora meno, il 28%, vuole un portafoglio basato su un algoritmo informatico.

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