Carta di credito bloccata, la disavventura di un pf con una banca poco paziente

DOMANDA – Sono un promotore finanziario il cui rapporto di conto corrente è tenuto con un gruppo bancario diverso da quello di appartenenza. Il mio problema è il seguente: da qualche mese sono un po’ in sofferenza sul mio c/c nel senso che, quando passa la mia carta di credito il giorno 15 del mese, vado in rosso di circa 700-800 euro. Il giorno 26 o 27 la banca mi chiama per sollecitare la copertura che io puntualmente eseguo con l’arrivo delle mie provvigioni. Nel mese di aprile la banca ha bloccato la carta di credito e mi ha segnalato al Cai senza che mi abbiano comunicato alcunché anche se la banca sostiene di aver fatto diversi solleciti. Ho solo trovato il 29 aprile sulla segreteria un messaggio lasciato il giorno prima che invitava a mettersi in contatto con loro per comunicazioni urgenti; la mattina del giorno 30 mi sono state accreditate le provvigioni che hanno ampiamente compensato lo scoperto. In data 13 maggio mi è arrivata una comunicazione scritta dalla banca, con lettera in data 29 aprile, di blocco della mia carta di credito e relativa segnalazione al Cai: questo significa che hanno provveduto a bloccarmi la carta di credito senza nemmeno un margine di tolleranza. Concludo chiedendovi se ci sono gli estremi per intentare un’azione di risarcimento danni materiali e morali, sia nei confronti della banca che nei confronti del promotore finanziario assegnatomi dalla banca stessa e che non mi ha mai avvertito.
R.G., ricevuta via email
 
RISPOSTA -  Partiamo da due considerazioni poco favorevoli al lettore. L’iscrizione Cai sezione Carter a seguito della revoca della carta non deve nemmeno essere comunicata al cliente, come detto in una nostra precedente risposta https://www.bluerating.com/banche-e-reti/179-promotori/36217-insoluti-della-carta-di-credito-iscritti-al-cai-senza-saperlo.html- Anche la consuetudine dell’istituto di attendere un paio di settimane per la sistemazione del “rosso” senza domandare il rientro immediato, come normalmente dovrebbe avvenire, non può essere fatta valere a proprio favore. Si tratta di concessioni che l’istituto di credito ha volontariamente fatto al cliente fermo restando che il conto deve essere capiente il giorno dell’addebito. Crediamo che la revoca della carta sia scaturita da questa serie di scoperti continuati. Ciò che la banca ha fatto, ma che poteva fare assai meglio, è aver segnalato al cliente la situazione di scoperto sul conto corrente. Il cliente ha ricevuto una telefonata il giorno 28 con invito a mettersi in contatto con la banca. Non gli è però stato concesso almeno un giorno intero per provvedere, considerato che già il 29 l’istituto provvedeva a realizzare la lettera con cui gli si comunicava il blocco della carta. Se il cliente fosse riuscito a mettersi in contatto con la banca, infatti, avrebbe potuto comunicare che un accredito era in arrivo e sarebbe stato sufficiente attendere appena due giorni. Non vediamo una responsabilità del suo promotore finanziario perché non era lui a dover avvisare il cliente ma anche perché la lettera sarebbe partita ugualmente visti i tempi. Mentre suggeriamo, invece, al lettore di fare reclamo alla banca e poi in caso di risposta negativa o assente dopo trenta giorni di rivolgersi all’Arbitro Bancario Finanziario (www.arbitrobancarioinanziario.it).
 
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