Commissioni di istruttoria veloce, spesso applicarle è un abuso

DOMANDA. Negli ultimi tempi, un mio cliente è finito a più riprese in rosso con il conto presso un altro istituto, dove di volta in volta hanno applicato la Commissione di istruttoria veloce con addebiti spropositati rispetto all’entità dello scoperto. Non dico che non debba pagare alcunché, ma almeno pagare in maniera equa. Come può agire? Faccio notare che la mia banca non applica ai clienti alcuna commissione se non i normali interessi a debito.
F.C., Milano

RISPOSTA. Qualcosa è possibile fare. Il decreto 30 giugno 2012 del Comitato Interministeriale per il Credito e il Risparmio, “Disciplina della remunerazione degli affidamenti e degli sconfinamenti in attuazione dell’articolo 117-bis del Testo unico bancario”, apparso nella Gazzetta Ufficiale n. 155 del 5 luglio ha disciplinato gli oneri a carico della clientela che ottiene affidamenti bancari. È previsto che sulle aperture di credito, oltre al tasso d’interesse, possa essere applicata una commissione onnicomprensiva nella misura massima dello 0,5% trimestrale della somma messa a disposizione. Sugli sconfinamenti, inoltre, è possibile applicare una commissione di istruttoria veloce, salvo per i consumatori che abbiano sforato per una somma inferiore a 500 euro per un tempo pari o inferiore a sette giorni. Un’esenzione possibile soltanto una volta per trimestre. Viene anche stabilita la nullità delle clausole nel caso in cui un istituto di credito non rispetti quanto stabilito. Molte banche hanno iniziato ad applicare la Civ a tappeto e si è dovuti ricorrere all’Arbitro Bancario Finanziario (Collegio di Roma, numero 3260 del 2014) dove è stato sancito che la banca deve provare di aver compiuto ogni volta una istruttoria veloce. Inoltre, la costante applicazione della Commissione di istruttoria veloce ogni qualvolta si verifichi una situazione di “rosso” sul conto corrente che genera una situazione di mancanza di disponibilità di fondi del conto stesso fa sì che si arrivi alla ricomparsa, sotto il nuovo nome di quella che era la vecchia Commissione di massimo scoperto, con la conseguenza che la Commissione di istruttoria veloce diventa illegittima e deve essere rimborsata al cliente.

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