Speciale elezioni Anasf – Apf più ricca con l’Albo unico e pronta per la vigilanza

PARLA DONATOMaurizio Donato (nella foto), pavese, è un promotore finanziario di Banca Mediolanum. Iscritto ad Anasf dal 1988, Donato è presidente del Collegio dei probiviri dell’associazione nazionale di categoria dei promotori finanziari, dopo essere stato componente del Collegio nel precedente mandato. Ecco il punto di vista di Donato sulle prospettive della propria associazione di categoria.

Dal 1977, anno della sua fondazione a oggi, l’Anasf è una realtà che è cresciuta costantemente. Cosa rappresenta oggi per i promotori finanziari?
L’associazione prima dell’Albo raccoglieva di fatto dei venditori, a dispetto della denominazione di consulenti finanziari, prima con la costituzione dell’Albo di autodisciplina nel 1988 e poi con l’Albo pubblico dei promotori finanziari di cui è stata protagonista, l’Anasf ha dimostrato di saper guidare l’evoluzione di questa professione facendola affermare e conoscere. Oggi è un punto di riferimento per molti professionisti ma non per tutti e mi dispiace. Credo che vada fatto uno sforzo nella comunicazione esterna per consentire all’associazione di essere punto di riferimento crescente non solo dei pf ma anche per il mercato.

Quali compiti e mission affiderebbe all’Anasf del futuro?
L’Anasf del futuro dovrà essere il luogo in cui i professionisti di questo settore si sentono rappresentati senza tradire la propria natura di associazione. Per essere ancora più chiaro, vorrei che fosse in grado di proporsi e fosse percepita come una Confindustria dei promotori più che come una Cgil.

Tra contratto nazionale di categoria dei promotori finanziari, realizzazione dell’Albo unico dei consulenti finanziari e soluzione al problema Enasarco dei pf, quale preferirebbe realizzare e perché?

Con la premessa che tutti e tre i temi sono fondamentali e collegati, ritengo in particolare l’Albo unico indispensabile per consentire tutti gli operatori della consulenza finanziaria di sottostare a regole e controlli uniformi. Senza trascurare che un Albo con queste caratteristiche avrebbe una massa critica di iscritti imponente, anche grazie ai colleghi in arrivo dal settore bancario tradizionale, ed elevate risorse finanziarie così da poter effettuare in proprio la Vigilanza di primo livello. L’ Albo unico nazionale sarebbe anche il viatico per ottenere una nostra rappresentanza in Enasarco e con voce in capitolo. Anche il tema del contratto verrebbe rilanciato con una associazione più forte grazie all’auspicato successo sull’Albo unico e su Enasarco, perché avremmo un maggior peso nelle relazioni con l’industria del risparmio.

A suo giudizio quale risultato concreto può raggiungere il prossimo decimo Congresso Anasf di Perugia?

Il Congresso può rivelarsi una occasione preziosa affinché l’associazione si doti degli strumenti necessari per dare una maggior tutela agli associati e per ottenere un maggior riconoscimento dal mercato per il ruolo che ricopre nei confronti di autority come Banca d’Italia e Consob e di controparti istituzionali come Abi e Assoreti.

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