Speciale elezioni Anasf – Conti Nibali: serve un cambio di marcia

PARLA CONTI NIBALI – E’ tra gli esponenti di maggior rilievo della storia dell’Anasf per le responsabilità che ha ricoperto in anni delicati ma di sviluppo per la professione di pf. Elio Conti Nibali (nella foto) ha trentatré anni di attività alle spalle, avendo iniziato l’attività di promotore finanziario nel 1982. Il suo ingresso Anasf risale al 1984 e in associazione ha svolto diversi incarichi dirigenziali. E’ stato vicepresidente dal 1994 al 2002 e successivamente presidente di Anasf fino al 2011. Ha ricoperto anche l’incarico di commissario per l’Albo per la Sicilia dal 1994 al 2000 ed è stato vice presidente di Apf dal 2011 al 2013. Attualmente, coordina il comitato regionale siciliano dell’Anasf. Ecco il suo punto di vista sul futuro dell’associazione.

Dal 1977, anno della sua fondazione a oggi, l’Anasf è una realtà che è cresciuta costantemente. Cosa rappresenta oggi per i promotori finanziari?
Anasf ha rappresentato da sempre l’unico riferimento per i professionisti che hanno ritenuto necessario un quadro normativo per dare certezza alla professione, nell’interesse anche dei risparmiatori. Nel tempo ha sviluppato il proprio raggio d’azione, intervenendo positivamente sull’attività, contribuendo a dare solidità ai percorsi professionali. Oggi per continuare ad essere davvero rappresentativa deve spingere l’asticella più in alto. Per intercettare le nuove istanze che vengono dalla nostra categoria serve un cambio di marcia per rispondere alle necessità di un mondo che cambia sempre più velocemente.

Quali compiti e mission affiderebbe all’Anasf del futuro?

I compiti sono ben descritti nello Statuto ma vanno declinati adesso, tenendo conto delle complesse questioni che impattano oggi sulla nostra professione. Le novità normative impongono cambiamenti e continuare a insistere in maniera ripetitiva sugli stessi cliché rischia di non vedere l’Anasf al passo con un mercato profondamente mutato. In un contesto decisamente favorevole alla nostra professione, non riusciamo a compiere un decisivo balzo in avanti e questo è purtroppo un limite all’efficacia della nostra azione. La mission dell’associazione dovrà essere proprio questa, far comprendere al mercato, ai regolatori, il valore aggiunto del nostro lavoro e qualificarlo definitivamente sotto l’aspetto consulenziale.

Tra contratto nazionale di categoria dei promotori finanziari, realizzazione dell’Albo unico dei consulenti finanziari e soluzione al problema Enasarco dei pf, quale preferirebbe realizzare e perché?

Ho sempre sostenuto la necessità di pochi istituti base e di un sistema che si faccia sana concorrenza, credo che questi concetti vadano ancora bene. Considero Enasarco una questione apertissima e l’Anasf deve continuare a interessarsene. Dovrà essere, però, la consulenza l’argomento qualificante del nostro impegno associativo; dovremo riuscire a convincere tutti gli interlocutori che siamo noi gli attori più qualificati per proporre le soluzioni normative e regolamentari nell’interesse dei risparmiatori, tenendo nella giusta considerazione quanto sta accadendo intorno a noi e puntando di conseguenza a essere rappresentativi di tutti gli attori dell’advisory.

A suo giudizio quale risultato concreto può raggiungere il prossimo decimo Congresso Anasf di Perugia?

Il risultato dipenderà dai programmi che verranno presentati e dal consenso che riceveranno. Si confronteranno certamente proposte diverse, frutto del dibattito che si è sviluppato nell’associazione negli ultimi periodi. Spero in una nuova Anasf, che per gli aspetti interni proponga un modello organizzativo che metta davvero al primo posto le realtà territoriali, un modello che parta dal “basso” per valorizzare tutti i contributi e le varie sensibilità, un modello inclusivo. Verso l’esterno, un’Anasf che recuperi tutta la sua capacità di essere interlocutore propositivo e credibile nei confronti dell’industria, dei risparmiatori e delle istituzioni, riprendendo un confronto, serrato ma concreto, che mi pare ultimamente sia un po’ mancato.

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