Voluntary disclosure, Odcec: bene i chiarimenti, ma serve una proroga

SERVE UNA PROROGA – Ben vengano i chiarimenti in tema di voluntary disclosure diffusi dall’Agenzia delle Entrate con la circolare numero 30/E (qui la notizia). Ma ora serve con urgenza una proroga del termine per l’attivazione della procedura. L’appello arriva dall’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Milano presieduto da Alessandro Solidoro. “Esprimiamo apprezzamento per un nuovo contributo da parte dell’Agenzia delle entrate sulla Voluntary Disclosure. Tuttavia permangono molti temi ancora aperti: da ciò deriva la richiesta ancora una volta della proroga della scadenza”, ha detto Solidoro.

TRATTAMENTO DEGLI IMMOBILI – Venendo alla circolare, strutturata a domande/risposte, secondo l’Odcec non scioglie alcuni dei nodi irrisolti. Nello specifico, “non appare soddisfacente la soluzione proposta per il trattamento degli immobili, per i quali di fatto (e ad eccezione dei Paesi che scambiano informazioni) viene prospettata come unica soluzione quella del rimpatrio giuridico‎ per godere della riduzione delle sanzioni e degli altri benefici della voluntary disclosure”.

COMPLETEZZA DELLA DOCUMENTAZIONE – L’Ordine riscontra invece una “interessante apertura” per i contribuenti che – per motivi oggettivi e documentabili – non sono in grado di presentare la documentazione in tempo utile. Ma ritiene che sarebbe stato “preferibile garantire tale opzione a tutti, indipendentemente dalla oggettiva impossibilità documentata”.

IMPOSTE DI SUCCESSIONE O DONAZIONE – Da ultimo, l’Odcec riconosce una timida apertura sulla possibilità di sanzioni ridotte anche per imposte di successione o donazione (che sono al di fuori della voluntary disclosure). Ma avrebbe ritenuto “più opportuno se, anziché lasciare la valutazione di riduzione sanzioni per tali imposte a ogni singolo ufficio, si fosse stabilito il principio generale per cui in caso di evidenziazione di tale violazione (magari con una quantificazione dell’imposta evasa a suo tempo). Questo avrebbe permesso agli uffici di applicare la riduzione delle sanzioni riportata nella circolare, evitando cosi una pericolosa disomogeneità di quantificazione”. Quanto alle imposte di donazione e successione che non sono ricomprese nella voluntary disclosure, “sarebbe auspicabile che venisse riconosciuto automaticamente il beneficio di sanzioni ridotte, qualora il contribuente indichi nella relazione accompagnatoria alla procedura tali violazioni, descrivendo anche l’operazione o le operazioni effettuate. Ciò consentirebbe all’Agenzia di ricostruire quanto accaduto e risulterebbe altresì rispetto del principio-cardine di “completezza” richiesto per l’accesso alla collaborazione volontaria”.

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