Albo unico, che grande opportunità per i promotori

CONTRIBUTO AL DIBATTITO – l’Albo unico dei consulenti finanziari, quando verrà realizzato, davvero potrà determinare più danni che vantaggi alla categoria dei promotori finanziari? Bluerating ne ha parlato con Marco Deroma (nella foto), dirigente Anasf di lungo corso e attuale coordinatore regionale del Piemonte. Con Deroma, che è un esponente di punta della lista 1 “Il Futuro della Professione – Tutela, Sviluppo, Consulenza”, sono stati affrontati altri temi come la relazione con i legislatori nazionali e europee con un focus sulle elezioni Anasf in corso.

Il dibattito elettorale ha messo al centro dell’attenzione il tema dell’Albo unico dei promotori finanziari. A suo giudizio davvero potrebbe costituire un danno per i promotori finanziari?
L’Albo unico rappresenta una grande opportunità per l’Anasf. Se si considera il biglietto da visita che porgiamo al legislatore, dell’esperienza di conduzione dell’attuale Albo, ovvero una gestione economica sana e un processo di valutazione dei requisiti professionali dei candidati efficiente e selettivo, allora possiamo persino parlare di un grande successo. Per il momento, le incertezze sulle scelte che verranno operate dal regolatore, ci impediscono di parlare di benefici e danni, ma l’atteggiamento di chi affronta le grandi sfide deve essere ispirato da una visione positiva piuttosto che condizionato dalle possibilità avverse. A tal proposito, l’ipotetica dislocazione di personale Consob nell’organico dell’Albo unico e l’eventuale aggravio di costi a carico degli iscritti, riguardano un altro ambito, ovvero il trasferimento della vigilanza all’Albo unico. Si tratta, però, di un altro capitolo e credo che trattare congiuntamente i due diversi aspetti sia un approccio non corretto. (Il riferimento è all’intervista di Ferruccio Riva, co-leader della lista 3, pubblicata da Bluerating martedì 1 settembre).

Sempre a proposito dell’Albo si è messa in dubbio la capacità dell’Anasf di influenzare le scelte del legislatore italiano e europeo per esempio in materia di applicazione della revisione della Mifid. E’ proprio così e cosa può fare per migliorare l’associazione su questo versante? Investire di più nel lobbying o cosa? 
Prima di rispondere vorrei sottolineare un passaggio rilevante della domanda: la presa d’atto dell’importanza della fonte normativa europea, non tanto in termini di gerarchia delle fonti, tra le quali è chiara la predominanza europea sulle norme domestiche, quanto in termini ‘quantitativi’. L’adeguamento periodico della normativa Mifid, con frequenza inconsueta per le nostre abitudini nazionali, è un aspetto di cui dovremo tenere conto in futuro. Chi parla di incapacità di incidere sul legislatore forse ha dimenticato che la figura del “tied-agent” della Mifid è l’immagine speculare del promotore finanziario italiano. Un buon risultato, tenuto conto che i portatori d’interesse, nel mercato del risparmio gestito, sono numerosi e molto potenti. Pretendere che Anasf abbia la stessa possibilità di influenzare il legislatore dei colossi dell’industria del risparmio europea è un’aspettativa del tutto irrazionale. Anasf, che ha sviluppato negli anni una partecipazione autorevole nel Fecif, è consapevole del buon lavoro svolto nel passato e della necessità di veicolare maggiori risorse nelle future attività di lobbying. Sarà anche necessario sviluppare sinergie e alleanze con le associazioni di categoria degli intermediari.

Nelle elezioni 2011 lei risulto terzo nel voto di preferenza con 363 voti, risultando poi escluso dal Consiglio Nazionale secondo alcuni perché appoggiò Bufi sostenendo il superamento della logica di contrapposizione tra liste aziendali com’era tradizione delle competizioni elettorali Anasf. Si sente l’ispiratore di questa alleanza inedita anche per la presenza insieme di promotori di Fideuram e B. Mediolanum? E quali vantaggi può portare alla vita associativa?
Certamente uno degli ispiratori, anche se sgretolare le reciproche diffidenze ha richiesto buona volontà, impegno e il lavoro di relazione di molte persone. L’anacronistico posizionamento dei promotori in liste monocolore era chiaro molto prima del 2011, ma al nostro interno si faceva fatica a metterlo in pratica. La mia esclusione dal Congresso di Parma si è rivelata benefica nel lungo termine e, progressivamente, molti colleghi di Banca Mediolanum hanno compreso l’importanza di partecipare ad un progetto di governo associativo estraneo alle logiche di casacca. Questa svolta è importante perché diminuisce la conflittualità interna e accresce l’autorevolezza di Anasf nelle relazioni esterne.

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