Promotori, il bilancio di Bufi

LAVORO DI SQUADRA – L’intervento di Maurizio Bufi, che ha inaugurato questo pomeriggio il X Congresso Anasf di Perugia, è di fatto un bilancio dei suoi quattro anni di presidenza, mettendo in evidenza in prima battuta,”il lavoro di squadra da parte di tutti gli organi associativi, dal consiglio nazionale al comitato esecutivo, fino ai comitati regionali che hanno dato concretamente seguito alle 22 mozioni emerse dal congresso di Parma dell’associazione”. 

PIU’ EFFICACI CON LE ISTITUZIONI GRAZIE AL LOBBYING
– Bufi ha posto l’accento sulle capacità dell’associazione di rappresentare gli interessi dei promotori finanziari in sede istituzionale. “Molti di noi hanno potuto constatare che nel corso degli anni l’attività dell’associazione si è fortemente sviluppata e si è dovuta articolare, abbracciando una logica più strutturata. Ci siamo rivolti a professionisti della rappresentanza istituzionale come i lobbysti (Cattaneo Zanetto & Co. N.d.g.) grazie al cui supporto abbiamo intensificato tale attività”. Durante la presidenza Bufi, infatti, ci sono stati 365 incontri con istituzioni ed esponenti aziendali di sgr e intermediari finanziari. Anasf ha partecipato a 19 consultazioni con istituzioni quali, per esempio, Consob, Banca d’Italia, Ivass.  “Ormai partecipiamo a tutte le consultazioni che a vario titolo impattano sull’attività dei pf”, ha aggiunto il presidente uscente.

NIENTE ISCRIZIONE DEI PF ALL’ALBO AGENTI GRAZIE A NOI
– Bufi si è soffermato, in particolare, sull’azione dell’associazione per tutelare il pf e favorirne l’evoluzione professionale. “Grazie a una battaglia dell’Anasf dell’ottobre 2011 i pf non devono iscriversi all’Albo per agenti in attività finanziaria e mediatori creditizi. E’ bastato un anno di impegno, ma a dicembre 2012 abbiamo evitato un ulteriore adempimento per i pf, argomentando e convincendo i nostri interlocutori che quello era un ambito di attività che snaturava la nostra professione”.

DA PROMOTORI A CONSULENTI, IL CAMBIO DI DENOMINAZIONE E’ VICINO
– Il presidente  Anasf ha dedicato una parte importante del suo intervento alla Casa della Consulenza ovvero all’Albo Unico dei Consulenti Finanziari, il cui iter legislativo è in pieno corso. “Abbiamo proposto un unico tetto per chi presta consulenza per un senso di responsabilità verso il mercato, imponendo, però, tre paletti importanti: quello del cambio denominazione, lasciando il termine pf e acquisendo una volta per tutte il termine consulente, Il secondo è l’attribuzione della Vigilanza che solleva il rango del nuovo Organismo, in ciò il legislatore equiparando quanto era stato fatto in altri settori. Terzo, ci spetta il 50% di rappresentatività nel nuovo Organismo”, ha affermato Bufi aggiungendo che: “siamo alla vigilia di un pronunciamento definitivo del Ddl Marino, nella versione dell’emendamento Ricchiuti, approvato dal Senato ora all’esame della Camera. E’ un Ddl a cui stiamo cercando di dare il nostro contributo per migliorarlo ma è un un passaggio necessario per lo sviluppo della nostra professione.

ENTRARE IN ENASARCO, ORA SI PUO’
– Bufi ha, inoltre, messo in evidenza l’anomala situazione pensionistica dei 55mila pf con due previdenze obbligatorie, entrambe a ripartizione. Con una buona notizia, però. “Siamo alla vigilia di un cambiamento per quello che riguarda Enasarco. Adesso ci sono le possibilità che i pf abbiano una propria rappresentanza nella Fondazione, finalmente dopo 40 anni. E se ciò accadrà sarà anche frutto del grande lavoro dell’associazione. Abbiamo fatto iniziative che hanno permesso di raggiungere una cornice finalmente favorevole a una nostra rappresentanza nell’ente. Ricordo che il 16 dicembre 2015 dovranno essere presentate le liste elettorali e dal 1 al 14 aprile 2016 avranno inizio le elezioni on line per l’assemblea dei delegati”.

LA SFIDE DEL RICAMBIO GENERAZIONALE
– Il presidente Anasf ha toccato anche uno dei temi più sensibili per il futuro della categoria: l’assenza di ricambio generazionale. “Il settore sta marciando inesorabilmente verso una maturazione (49 anni età media degli iscritti Apf, gli under 30 sono appena 1,6% degli iscritti, mentre erano 14,4% nel 2001. N.d.g.) che dovrebbe essere compensata con dei meccanismi di ricambio generazionale su cui si è lavorato poco. Business e ricambio generazionale possono marciare assieme e qui le società devono dimostrare lungimiranza, mettendoci risorse e rafforzato il carattere consulenziale dell’attività che può attirare le nuove generazioni alla nostra professione”.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!

Tag: