UniCredit, utile in calo nel terzo trimestre. Approvato il Piano strategico

RISULTATO NETTO IN CALO – Utile netto in calo nel terzo trimestre per il gruppo UniCredit: il risultato netto è stato di 507 milioni di euro, in calo del 3% sul trimestre precedente e del 29,8% anno su anno. L’utile netto nei primi nove mesi dell’anno ha superato 1,9 miliardi di euro, escludendo circa 400 milioni di euro di componenti straordinarie relative a nuovi oneri sistemici, alla svalutazione di Ukrsotsbank e a maggiori accantonamenti su crediti denominati in franchi svizzeri (CHF) in Croazia. Nel trimestre i ricavi del gruppo si sono attestati a 5,3 miliardi di euro (-7,0% rispetto al trimestre precedente, -4,1% anno su anno).

BENE LA CORE BANK NEL TRIMESTRE – Per quanto riguarda la Core Bank di UniCredit, l’utile netto nel trimestre è stato di 900 milioni di euro (in crescita del 9,9% sul trimestre precedente, in calo del 18,1% anno su anno) e il RoAC 8 è del al 9,9%. I ricavi del Core Bank nel trimestre sono stati di 5,3 miliardi di euro (-6,7% rispetto al trimestre precedente, -3,0% anno su anno). “Voglio sottolineare la resilienza dei nostri ricavi”, ha sottolineato a questo proposito l’a.d. Federico Ghizzoni in conference call.

CREDITI DETERIORATI IN RIDUZIONE – Il miglioramento nella qualità dell’attivo del gruppo nel terzo trimestre continua ad accelerare, con i crediti deteriorati lordi in ulteriore calo a € 80,7 mld (-1,3% trim/trim). Le sofferenze lorde scendono dell’1,3% rispetto al trimestre precedente, grazie soprattutto alle cessioni in atto. Gli altri crediti deteriorati lordi diminuiscono ulteriormente segnando un -1,2% trimestre su trimestre, grazie a maggiori recuperi. Il tasso di copertura di UniCredit sui crediti deteriorati lordi è stabile al 51,0%, tra i più alti del settore bancario italiano. 
 
UTILE IN CALO ANCHE NEI NOVE MESI – Nei primi nove mesi dell’anno l’utile netto del gruppo è stato di 1,5 miliardi di euro al netto delle componenti straordinarie (-16,1 rispetto allo stesso periodo del 2014) e il RoTE è stato del 5,0% (6,2% escludendo le poste non ricorrenti). I ricavi sono stati pari a 16,8 miliardi (-0,8% rispetto allo stesso periodo del 2014). Per quanto riguarda la Core Bank l’utile netto è stato di 2,6 miliardi di euro (-9,3% rispetto ai primi nove mesi del 2014) e il RoAC è a 9,4% (10,8% escludendo le poste non ricorrenti). I ricavi hanno toccato quota 16,7 miliardi di euro (+0,3% rispetto ai primi nove mesi del 2014).

BENE IL RISPARMIO GESTITO – La Core Bank registra un ottimo livello di commissioni a  5,8 miliardi nei primi nove mesi (+4,6% rispetto allo stesso periodo del 2014) con quelle da servizi di investimento che contribuiscono maggiormente e raggiungono i 2,8 miliardi nei nove mesi (+11,2% rispetto allo stesso periodo del 2014). Positiva la generazione di vendite nette da risparmio gestito (con il contributo di AuM in crescita per 24 miliardi rispetto ai nove mesi del 2014). Eccellente il livello del nuovo credito erogato, con i prestiti a medio e lungo termine della banca commerciale in forte aumento a  23,3 miliardi nei primi nove mesi dell’anno (+38,0% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso) grazie sia a quelli verso la clientela corporate sia ai mutui. Per quanto riguarda l’asset management, l’a.d. di UniCredit ha sottolineato: “Ci aspettiamo che questo settore continui a crescere”, e sul fronte della raccolta, commentando i dati positivi di Fineco, ha aggiunto: “Fineco sta crescendo velocemente e bene, con nuovi clienti di qualità”. Anche per quanto riguarda il settore del private banking, Ghizzoni ha parlato di “una completa e significativa riorganizzazione, in Italia, con la nuova Cordusio sim, e in altre nazioni”.

SI’ AL PIANO STRATEGICO – Il cda di UniCredit ha inoltre approvato il piano strategico, che ha come target finanziari per il 2018 un CET1 Ratio a 12,6%, grazie alla generazione organica di capitale che consente un monte dividendi cospicuo; maggiore ritorno dell’investimento con un RoTe dell’11%, sostenibile nel tempo; utile netto a 5,3 miliardi di euro; importanti misure di contenimento dei costi per 1,6 miliardi; ulteriore redditività da azioni di discontinuità. Le principali azioni strategiche per raggiungere i target sono la riduzione di circa 18.200 risorse; la cessione o ristrutturazione di business a bassa redditività entro la fine del 2016; un gruppo più semplice ed integrato con la chiusura della sub-holding austriaca e con le controllate Cee a diretto riporto della holding UniCredit SpA.; rafforzamento delle funzioni di governo centrali e linee manageriali più snelle; forte focus sui business ad alta crescita e a basso assorbimento di capitale: wealth management; investimenti nell’evoluzione digitale per 1,2 miliardi. “La nuova avventura digitale è già partita”, ha sottolineato Ghizzoni.

UN PIANO RIGOROSO E AMBIZIOSO – Per l’a.d. Federico Ghizzoni il piano “prevede per il 2018 obiettivi importanti in termini di redditività e coefficienti patrimoniali, confermando la capacità del gruppo di generare capitale in modo organico e di distribuire dividendi. Vogliamo raggiungere questi obiettivi in un contesto macroeconomico che rimane non facile, con tassi di interesse ai minimi storici e un rallentamento della crescita economica internazionale. E’ un piano rigoroso e serio e al tempo stesso ambizioso. Ma è soprattutto realistico, perché si basa su azioni che dipendono dalle nostre scelte manageriali, ed è un piano totalmente autofinanziato”, ha aggiunto Ghizzoni. “Siamo quindi pienamente fiduciosi circa la sua realizzazione. Possiamo rafforzare il nostro modello di banca commerciale di dimensione europea sia con misure rilevanti di contenimento dei costi, sia con azioni di discontinuità come l’uscita o la profonda ristrutturazione di business a bassa redditività. Prevediamo investimenti importanti per il futuro della banca: solo per l’evoluzione digitale del gruppo investiremo un miliardo e duecento milioni di euro”.

We remain committed to be a leading pan European commercial banking we continue to invest in digital innovation.

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