Il governo vara le nuove norme sulle crisi bancarie

Via alle nuove regole sulla risoluzione delle crisi bancarie. Il governo ha infatti varato oggi, con oltre dieci mesi di ritardo, i decreti che recepiscono la nuova direttiva che da inizio 2016 prevede anche il bail-in, cioè il coinvolgimento di azionisti e creditori nel salvataggio delle banche in dissesto. Lo ha detto il sottosegretario Claudio De Vicenti rispondendo ai cronisti a palazzo Chigi dopo il consiglio dei ministri di oggi.

Lungamente attesi, questi decreti sono anche essenziali per procedere al tentativo di risanamento di quattro banche commissariate, Banca Marche, Banca Etruria, Cassa di risparmio di Ferrara e Cassa di Risparmio di Chieti, attraverso un intervento di ricapitalizzazione con il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi, a cui contribuiscono tutte le principali banche italiane.

Su questo ci sono da superare le obiezioni della Ue per possibili aiuti di Stato. I decreti varati oggi dal governo, dopo le modifiche proposte dalle commissioni parlamentari in seguito alle audizioni di banche e autorità di controllo, dovrebbero avere un paio di modifiche sostanziali rispetto al testo preliminare.
La preferenza per i depositi che il legislatore italiano ha voluto estendere a quelli corporate e interbancari, verrà prevista in questa forma “estesa” ma dal 2019 per evitare che i possessori di obbligazioni vedano deteriorarsi il loro investimento per la intervenuta subordinazione in caso di bail-in.

Il regime di favore nel salvataggio interno, previsto dalla direttiva, tutela infatti in primo luogo i depositi fino a 100.000 euro garantiti dai fondi di tutela, poi quelli non garantiti di persone fisiche e Pmi, quindi, secondo la proposta italiana verosimilmente spostata al 2019, quelli di corporate e interbancari, prima degli altri crediti non garantiti. Inoltre, come indica il parere della commissione Finanze della Camera, il governo viene sollecitato a coinvolgere la Consob nelle nuove procedure, prevedendo “il dovere per la Banca d’Italia di comunicare tempestivamente alla Consob i provvedimenti finali (non pubblici) assunti in applicazione della Direttiva”. Questo segue le osservazioni del presidente delal Consob Giuseppe Vegas che aveva messo in evidenza contrasti con le esigenze di trasparenza al mercato.

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