Mifid 2, Bufi (Anasf): “Ora massimo impegno per un nuovo Ocf”

“Stupisce che buona parte delle istanze presentate – fatte proprie dal legislatore – non abbiano poi avuto riscontro nel testo finale, Maurizio Bufi Mifid 2licenziato dal consiglio dei ministri”: così si esprime Maurizio Bufi, presidente di Anasf (nella foto), all’indomani dell’entrata in vigore del decreto legislativo che porta Mifid 2 in Italia. “Con il recepimento della Mifid 2 anche nel nostro ordinamento”, prosegue il presidente, “si conclude, almeno per ora, il lungo e complicato iter legislativo di aggiornamento della regolazione dei mercati finanziari e dei suoi operatori. Come noto, l’Anasf ha sensibilizzato sia il legislatore, tramite le commissioni parlamentari, sia il governo, tramite il Mef, relativamente ad alcune modifiche e integrazioni sulla struttura dell’Albo e la sua tipicità, nonché sul ruolo delle associazioni nell’attività di aggiornamento professionale. Alcune di queste posizioni sono confluite in quelle di altri stakeholder, con analoghe sensibilità in merito, altre sono state portate avanti più in autonomia”.

“Complessivamente, riconfermiamo un giudizio positivo sulla Mifid 2 e sul rinnovato e rafforzato ruolo dei consulenti finanziari abilitati al collocamento come operatori qualificati nella gestione del risparmio degli italiani. Tuttavia, stupisce che buona parte delle suddette istanze – fatte proprie dal legislatore – non abbiano poi avuto riscontro nel testo finale, licenziato dal consiglio dei ministri e ora definitivamente in vigore, seppur a partire da gennaio 2018″. Quali sono, nel dettaglio, queste istanze? Risponde Bufi: “sono quelle conosciute, ovvero articolo 30-bis, autonomia completa dell’Organismo di vigilanza e tenuta dell’Albo unico – che invece nella versione finale del decreto legislativo è subordinata, relativamente ai temi dello statuto, all’esame del ministero dell’Economia – e in ultimo il tema a noi molto caro di inserire le associazioni fra coloro che potessero effettuare attività di formazione ex articolo 105 del regolamento intermediari precedente, cosa che invece a una prima lettura del testo oggi non sembrerebbe possibile. La formazione rimane così sostanzialmente in capo agli intermediari”.

Non è data ancora per persa, invece, la partita sulla persona giuridica. “Questo rimane un tema sostanzialmente irrisolto, perché anche qui il legislatore italiano ha ritenuto – a nostro avviso impropriamente – di non cogliere questa occasione per allinearsi con la normativa europea, che prevedeva questa possibilità già nella Mifid. La differenza è che adesso coloro che intendono svolgere attività di offerta fuori sede hanno l’obbligo, e non più solo la facoltà, di avvalersi di agenti collegati, e per una proprietà transitiva ai fini della normativa europea è agente collegato sia la persona fisica sia la persona giuridica. Questo punto non è stato affrontato, ma non escludo che in futuro possano esserci sviluppi, magari nell’ambito della regolamentazione secondaria del Mef e di Consob“.

“Il cammino verso quella che abbiamo a suo tempo battezzato la ‘Casa della consulenza’ va avanti con l’obiettivo di valorizzare i consulenti finanziari italiani, l’efficientamento del mercato finanziario e degli investimenti, la tutela dei risparmiatori e il loro accrescimento in termini di cultura finanziaria. Come ho più volte ripetuto in questi mesi, una volta definite le regole esse vanno non solo rispettate, ma implementate nel modo più equo ed efficiente. Quindi, la nostra associazione e chi la rappresenta in seno all’Organismo non farà certo mancare il necessario impegno per l’effettiva attuazione del nuovo contesto di riferimento, una volta completato con le norme regolamentari delle autorità, a cominciare dalle modalità di rappresentanza, dall’effettivo censimento di tutti i consulenti e le società e dall’attività di vigilanza su tutti gli operatori“.

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