Ecco chi potrebbe prendere il posto di Ghizzoni alla guida di UniCredit

In attesa dei numeri sul 2015 che UniCredit annuncerà questo pomeriggio, su diversi quotidiani nazionali sono apparse indiscrezioni su un possibile cambio al vertice del gruppo di Piazza Gae Aulenti.  

Indiscrezioni scaturite anche da alcune dichiarazioni del patron di Luxottica, Leonardo Del Vecchio (uno degli azionisti privati di maggior peso), secondo cui ci sarebbe bisogno di un cambio radicale. “Ghizzoni è un bravo banchiere ma forse la banca oggi ha bisogno di cambiamenti così radicali per intraprendere un nuovo cammino che solo una discontinuità può realizzare”, ha detto.

Gli scenari che si ipotizzano in caso di cambiamento di rotta del gruppo sarebbero due: secondo alcune letture il banchiere potrebbe ascendere alla presidenza al posto di Giuseppe Vita, (sebbene Ghizzoni al Forex di Torino l’abbia escluso) oppure potrebbe essere sostituito con nomi importanti di banchieri italiani ma dal respiro internazionale.

I nomi circolati sono quelli di Flavio Valeri (Deutsche Bank Italia), Marco Morelli (Bofa-Merrill Lynch), Andrea Orcel (Ubs), Carlo Cimbri (Unipol), Gaetano Micciché (Intesa Sanpaolo), mentre, in caso di scelta dall’interno, quelli di Gianni Franco Papa (capo dell’investment banking), Carlo Vivaldi (capo dell’Est Europa) e di un ex come Jean Pierre Mustier.

Quanto ai numeri, UniCredit dovrebbe chiudere il 2015 con utili per 1,4 miliardi secondo il consensus degli analisti (dai 2 miliardi del 2014). Sui conti peseranno, con ogni probabilità, per centinaia di milioni di euro il contributo al Fondo di risoluzione per le quattro banche salvate (Etruria, Marche, Chieti, Ferrara) e le spese per l’uscita dall’Ucraina
 
Oggi Ghizzoni dovrebbe dare anche aggiornamenti sull’andamento del piano industriale che punta a risparmi per 1,6 miliardi e ad un utile di 5,3 miliardi al 2018 senza aumenti di capitale ma rafforzando il patrimonio in maniera organica. Oltre alla cessione dell’Ucraina e alla ristrutturazione di Bank Austria, nei giorni scorsi è stato raggiunto con i sindacati l’accordo per l’uscita di 2.700 dipendenti in Italia e l’assunzione di 700 nuove figure.

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