Abolizione delle banconote da 500 euro? La strada è tracciata

Domanda. Con le ultime esternazioni del Governatore della Bce Mario Draghi, relativamente ai pericoli potenziali di riciclaggio e terrorismo, dobbiamo dare addio alle banconote da 500 euro?  
G.R., Modena

Risposta. Sotto certi aspetti, in Italia si è dato l’addio alle banconote da 500 euro, assieme al taglio da 200 euro, già da due anni. Il 1 gennaio 2014 sono infatti entrate in vigore le nuove Istruzioni anti-riciclaggio della Banca d’Italia del precedente11 aprile che contengono disposizioni sulle operazioni di versamento e di prelevamento effettuate mediante banconote da 200 e 500 euro, quando di importo superiore a 2.500 euro. Tali operazioni devono essere valutate perché potenzialmente agevolano “il trasferimento di importi elevati di contante rispetto alle banconote di taglio minore, favorendo le transazioni finanziarie non tracciabili” e quindi occorre verificare che le ragioni alla base di tale operatività consentano di escluderne la connessione con i fenomeni di riciclaggio. Se non vi sono motivazioni ragionevoli, l’intermediario non deve effettuare l’operazione, deve valutare se segnalare l’operazione come sospetta e, se il soggetto ordinante è cliente, deve prendere in considerazione la chiusura del rapporto con questi. In sostanza, le banconote da 200 e 500 euro vengono usate solo per pagamenti negli esercizi commerciali che, per la loro natura, non sono considerati dalle banche soggetti a rischio quando versano numerose banconote di taglio non piccolo. Venendo alle esternazioni del Governatore Draghi, queste derivano dal fatto che le banconote di grosso taglio sono funzionali ai traffici della criminalità organizzata e del terrorismo. C’è da dire che in giro per il mondo, sul tema, si procede in ordine sparso. Il maggior taglio è di 100 dollari Usa ma la banconota da 1.000 franchi svizzeri corrisponde al cambio attuale a più di 900 euro e da quelle parti non ne vogliono sapere di farla fuori, affermando che il taglio di una banconota non è un elemento determinante nella lotta a criminali e terroristi, anche perché – contrariamente a quanto avviene altrove – corrisponde a circa il 10% del denaro circolante per un valore complessivo di ben 38,3 miliardi di franchi, quindi circa 35 miliardi di euro. Inoltre, si può detenere fino a centomila franchi in contanti senza doverne spiegare l’origine. Soltanto di recente, con un iter niente affatto agevole, il Parlamento elvetico ha promulgato una legge che per operazioni di importo superiore a centomila franchi impone a banche, società finanziarie e commercianti, l’obbligo di identificare il cliente, domandare l’origine del denaro e di segnalare i casi sospetti.

 
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