Quella iscrizione al Cai ingiusta per un assegno (non più) impagato

Domanda. Un mio cliente ha pagato la penale del 10% per assegno impagato in prima presentazione, ma ha presentato in banca la liberatoria del creditore due giorni dopo la scadenza prevista dei sessanta giorni. Gli hanno detto che purtroppo devono procedere all’iscrizione CAI (Centrale Allarmi Interbancaria, n.d.g.) e alla segnalazione alla Prefettura per l’applicazione delle sanzioni. E’ giusto che sia così penalizzato solo per il ritardo di presentazione di un documento, pur avendo pagato nei termini previsti?

G.F., Roma

Risposta. Non è giusto, e a dirlo non siamo noi ma l’Arbitro Bancario Finanziario che – almeno riguardo l’iscrizione CAI – più volte si è espresso in materia stabilendo che, ove venga fornita dall’interessato, sia pure oltre la scadenza dei sessanta giorni, la prova del pagamento entro il suddetto termine, il trattario che non vi abbia ancora provveduto è esonerato dal procedere all’iscrizione del nominativo in CAI, né può, secondo buona fede, procedervi; mentre, se l’iscrizione è stata già effettuata, non sussistendo più le condizioni per la permanenza in CAI del nome del traente che ha adempiuto, il trattario dovrà richiederne la cancellazione.
Il ragionamento prende spunto dall’Ordinanza della Corte Costituzionale 319 del 27 luglio 2006 che ha fissato il principio secondo cui non possono essere trattate allo stesso modo la fattispecie in cui la banca trattaria abbia provveduto a trasmettere il nominativo del traente all’archivio CAI dopo che le era stata fornita – ancorché successivamente allo spirare del termine dei 60 giorni – la prova dell’avvenuto pagamento in ”tempestivo ritardo”, e quella in cui la prova dell’avvenuto pagamento sia stata fornita non solo dopo la scadere dei 60 giorni, ma anche dopo la trasmissione da parte della banca trattaria, tenutavi per legge, del nominativo del traente al suddetto archivio. Riguardo la segnalazione alla Prefettura, invece, il discorso è assai più complicato e non ci risultano provvedimenti dei giudici a favore di clienti.
 

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