Il primo caso di Bail-in in Austria, un disastro per clienti e creditori

 TAGLI DRAMMATICI DEL VALORE DEL DEBITO – E’ austriaco il primo caso di bail-in europeo che tocca anche il debito non subordinato.  Il caso riguardo Hypo Alpe Adria, ora Heta, ed è avvenuto domenica 10 aprile passando sotto silenzio in Italia ma anche nel resto del continente. Le difficoltà di Hypo Alpe Adria vengono da lontano. La banca era assai esposta nei mutui fondiari e nell’Est Europa. Una duplice concentrazione di rischio che il crack finanziario iniziato nel 2007 ha fatto emergere in maniera letale. Il 1 marzo dello scorso anno, davanti ad un buco di bilancio di circa 9 miliardi a fronte di debiti per 11 miliardi, il governo austriaco aveva deciso di non intervenire in salvataggio della banca a differenza di quanto fatto dalla regione Carinzia, che nella prima fase delle difficoltà ne aveva garantito il debito. La situazione era però precipitata rendendo impossibile l’eventuale intervento regionale, ed era intervenuto il governo ma senza assumere tutte le garanzie della regione.

Il bail-in prevede l’azzeramento del debito subordinato, un taglio del 53,98% del debito senior, la proroga di tutte le scadenze di debito al 31 dicembre 2023 e la cancellazione di tutti gli interessi a partire dal 1 marzo 2015, data in cui Heta fu sottoposta al meccanismo di risoluzione. Non appare quindi casuale che l’Austria abbia anticipato al 1 gennaio 2015 l’adozione della Direttiva Ue, così come ha fatto la Germania. 

SEMPRE PEGGIO PER I CREDITORI – Un mese fa, i principali creditori (banche, fondi comuni, società di gestione) avevano respinto l’offerta di vedersi pagare il 75% del nominale, oggi si ritrovano col 46,02% ed hanno annunciato cause in virtù del fatto che in un primo momento il governo austriaco aveva garantito almeno una parte del debito, per poi fare marcia indietro. 

 
OBBLIGAZIONI BANCARIE VIA DAI PORTAFOGLI RETAIL – “L’evento fa toccare con mano cosa può voler dire detenere depositi sopra centomila euro e obbligazioni bancarie anche non subordinate. Specie oggi che rendono pochissimo, non ha davvero senso possederle”, afferma Giuseppe D’Orta di Aduc, l’associazione dei consumatori che sta seguendo il caso nell’interesse dei risparmiatori italiani coinvolti. “Da non sottovalutare anche un’altra casistica in cui il rischio è molto elevato e in pochi lo sanno: ci sono banche che non hanno debito subordinato, o ne hanno molto poco. A quel punto, in caso di bail-in, si passa direttamente a rivalersi sul debito “senior”. Infine: il bail-in non si applica soltanto alle banche, ma anche ad altri intermediari”.
 

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