Consulenti, in Gran Bretagna la Brexit frena i loro compensi

Complici le incertezze legate alla Brexit, la corsa al rialzo dei salari dei financial advisor britannici si è fermata: secondo il sito PayScale, infatti, 
la paga mediana a fine luglio 2017 era pari a 35.166 sterline all’anno, ossia appena 54 sterline in più (+0,15%) rispetto a 12 mesi prima. In frenata anche le richieste di professionisti, visto che PayScale riporta, tra i primi di maggio e fine luglio, solo tre ricerche aperte da Ameriprise Financial, da New York Life e da Morgan Stanley. La cosa non stupisce: negli ultimi mesi le attenzioni delle maggiori istituzioni finanziarie già presenti a Londra e sul territorio britannico sono state rivolte a dove riallocare il personale, nel caso probabile che tra 2 anni le società britanniche perdano l’accesso al mercato unico europeo, più che al rafforzamento degli staff nel Regno Unito. Quello che sembra non essere cambiato è il profilo lo professionale per spuntare retribuzioni più elevate: occorrono “capacità comunicativa orale-verbale e capacità di gestione delle relazioni con la clientela (customer relationship management)”. Il salario vero e proprio, nelle singole componenti, amplia la banda d’oscillazione, che ora parte dalle 18.018 sterline e arriva a 59.733 sterline (lo scorso anno si stava tra i 18.629 e i 51.736 pound), il che sembra indicare che chi entra ora deve accontentarsi di salari più bassi mentre chi ha esperienza 
(e portafogli) può ancora spuntare qualche aumento. In leggero rialzo il bonus, che va da zero a 20.388 sterline (lo scorso anno il limite superiore
 era di 19.944 pound). Un vero boom è registrato dalla compartecipazione agli utili (profit sharing) che lo scorso anno si fermava a 4.085 sterline l’anno mentre quest’anno tocca le 78.906 sterline. In compenso le commissioni non superano in media i 16mila pound (contro un massimo di 40.547 sterline l’anno passato). Il totale arriva così a 18.502-70.807 sterline, contro i 18.416- 63.248 pound del 2016, ma la modfica del peso delle diverse componenti potrebbe indicare ulteriori mutamenti nel settore, anche sotto la spinta della Fca, che vorrebbe un’unica commissione da applicare ai fondi al posto delle diverse voci di costo attuali, per aumentare la trasparenza del settore.

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