Uk, consulenti divisi sui robo advisor

L’INDAGINE DELLA FCA – Il regolatore finanziario del Regno Unito, la Fca (Financial Conduct Authority), ha pubblicato i risultati di un sondaggio condotto sulle aziende che forniscono consulenza per gli investimenti (qui la relazione completa). L’indagine ha esaminato i profili dei clienti, i vari ostacoli all’espansione della consulenza nel mercato di massa, l’uso della tecnologia considerate le tante novità che stanno interessando il settore dell’asset management, come la robo-advisory. La ricerca ha considerato le società di consulenza finanziaria, banche e compagnie di assicurazione vita.

I BIG CI PENSANO
– Secondo quanto è emerso, le grandi imprese (con almeno 10 dipendenti) hanno una maggiori probabilità di introdurre servizi automatizzati. Il 26% ha detto che intendono utilizzare la tecnologia per automatizzare completamente, o quasi, l’erogazione di consulenza nel prossimo anno. L’automatizzazione aumenta aumenta l’efficienza e riduce la possibilità di errore umano. Un certo numero di grandi realtà statunitensi si stanno già muovendo in tale direzione, offrendo piattaforme di investimento digitali, tra cui Charles Schwab e Vanguard.

TERRENO DI SCONTRO
– Di contro, invece, le imprese più piccole ritengono che i consumatori preferiscono un consulente in carne e ossa. Solo il 9% delle imprese più piccole intende infatti utilizzare tecnologia per automatizzare l’offerta di consulenza il prossimo anno. Oltre la metà delle società di questo gruppo ha detto che la preferenza dei propri clienti verso la relazione personale con un consulente è stato un ostacolo significativo nell’offrire una consulenza digitale. Il motivo? I clienti delle piccole boutique di consulenza sono alla ricerca di qualcosa di più personale e “su misura”. Sarà interessante capire se la comodità e la convenienza della robo-advisory riuscirà a convincere anche questa fascia di clientela.

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