Popolari, crescono impieghi e depositi

Si consolida il sostegno delle Banche Popolari verso i territori di riferimento e le economie locali in questi ultimi mesi. Un rafforzamento che, malgrado le incertezze presenti a livello globale sull’andamento dell’economia sottolineate recentemente anche dal Fondo Monetario Internazionale, dimostra l’impegno delle banche del territorio nel sostenere la propria clientela, in particolare le famiglie e le piccole e medie imprese. I dati aggiornati all’ultimo mese di giugno infatti mostrano una crescita degli impieghi prossima all’1% su base annua, un dato che conferma quanto già positivamente registrato nel precedente mese di maggio e al di sopra di quello che è stato l’andamento medio nazionale, sceso dal +0,2% al -0,3%. Dati quindi positivi che tuttavia rischiano di essere minacciati non solo da una congiuntura economica che rimane debole ma anche da valutazioni sullo stato di salute del sistema bancario italiano che possono portare a conclusioni penalizzanti per il sistema creditizio nazionale e infine dalla predisposizione dei prossimi stress test da parte dell’Eba (European banking authority) e della Bce (Banca centrale europea) per verificare l’adeguatezza patrimoniale degli istituti creditizi.

Sostenere l’economia reale rischiando crediti deteriorati
Al sistema bancario italiano viene imputato un livello di crediti deteriorati troppo elevato rispetto a quanto riscontrabile in altri paesi europei. Ma in una economia quale quella italiana, caratterizzata dalla più forte incidenza di Pmi in Europa con l’80% di addetti sul totale e il 70% del valore aggiunto, l’unico modo per non avere crediti deteriorati sarebbe stato quello di non sostenere l’economia reale, una cosa decisamente in contrasto con lo spirito e la vocazione in particolare delle banche del territorio e tra queste delle banche popolari. Ciò appare ancora più peculiare se si considera il fatto che il sistema bancario italiano nel suo complesso ha un’esposizione del proprio portafoglio verso i derivati ben al di sotto rispetto a quella presente in altri paesi, come per esempio in Germania, a conferma di come si sia cercato anche negli anni appena passati e malgrado una crisi economica di rara severità di privilegiare l’attività creditizia di tipo tradizionale. Attività tradizionale che le banche popolari continuano a portare avanti, erogando nuovi finanziamenti a piccole e medie imprese nei primi sei mesi del 2016 per un valore complessivo di quasi 15 miliardi di euro (un dato in linea con quanto riportato nella prima metà dell’anno del biennio precedente) e con 6,5 miliardi di euro di nuovi mutui a famiglie (un miliardo in più rispetto allo stesso periodo del 2015 e circa il doppio di quanto erogato tra gennaio e giugno del 2014). Inoltre i tassi applicati risultano più bassi di quelli analoghi riscontrabili per il sistema. Nel caso dei nuovi finanziamenti a Pmi l’interesse applicato dalle banche popolari a maggio risulta infatti pari al 2,44%, circa 10 basis point in meno, e quello associato ai nuovi mutui per acquisto abitazione al 2,20% (5 basis point più basso), ulteriore dimostrazione dell’attenzione delle banche popolari verso la clientela.

Prossimità territoriale, aumento dei finanziamenti
All’aumento dei finanziamenti in favore del territorio ha corrisposto anche una crescita tendenziale dei depositi di circa il 4,5% (un punto percentuale al di sopra della media nazionale) e su tutti di quelli in conto corrente (6,8%), a conferma della capacità e dell’efficacia con cui la prossimità territoriale, alimentando il legame fiduciario con il cliente, contribuisce alla raccolta delle risorse necessarie.

Unione bancaria europea: sia più attenta alle differenze
Lo scenario per i prossimi mesi resta ancora incerto come dimostra anche il recente risultato del referendum britannico in favore della Brexit. Proprio per questo, tenendo conto anche dell’eccezionalità del contesto economico che si va configurando, è importante che all’interno dell’unione bancaria europea si tenga conto nelle sedi opportune delle differenze che contraddistinguono realtà bancarie di paesi e contesti economici diversi (l’esempio del Bail-in lo sta a confermare), altrimenti il rischio sarà quello di ostacolare ancora di più quella che è la normale attività di intermediazione del sistema creditizio e la sua funzione di sviluppo dell’attività produttiva.

Giuseppe De Lucia Lumeno,
segretario generale Assopopolari

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