Fideuram ISPB deve curare il mal di gestito

RISULTATI SORPRENDENTI – Cosa sta succedendo in Fideuram ISPB? La domanda posta da Bluerating.com è dovuta scorrendo i dati commerciali conseguiti dalle tre reti (Intesa Sanpaolo Private Banking, Fideuram e Sanpaolo Invest) del gruppo guidato dal presidente Matteo Colafrancesco e dall’a.d. Paolo Molesini nei primi sette mesi del 2016. 

ANDAMENTO LENTO NEL RISPARMIO GESTITO – Le elaborazioni compiute sui dati Assoreti attestano di un andamento a dir poco lento del gruppo soprattutto se rapportato ai competitor. Fideuram ISPB infatti ha registrato quattro mesi (gennaio, febbraio, maggio e giugno) su sette di raccolta netta negativa in risparmio gestito che è da sempre l’indicatore principe del business e che contribuisce in maniera determinante al conto economico delle reti. Tra le dirette concorrenti FinecoBank ha ottenuto due mesi negativi (gennaio e febbraio) e Allianz Bank uno (gennaio) su sette nella raccolta in gestito, mentre le altre big four hanno fatto en plain con sette mesi positivi su sette in questo indicatore. Fino a giugno il dato semestrale di Fideuram ISPB sulla raccolta nobile era addirittura negativo (-419,7 milioni di euro), con uno scatto di orgoglio a luglio che ha fatto ritornare la produzione in gestito in territorio positivo sui sette mesi (+436,5 milioni)

FANALINO DI CODA TRA LE BIG
– Scatto d’orgoglio che comunque colloca un gruppo come Fideuram ISPB, con un organico imponente in termini di professionalità (5.817 consulenti finanziari distribuiti tra le tre reti), come fanalino di coda delle big seven per raccolta in risparmio gestito addirittura dietro Finanza & Futuro (+483,7 milioni di euro) che di consulenti finanziari in organico ne ha appena 1.419, praticamente poco meno di un quarto del colosso del settore. 

RACCOLTA NOBILE AL RALLENTY
– Se poi si va ad osservare lo spaccato delle tre reti di Fideuram ISPB (vedi tabella in basso. Elaborazioni Bluerating su dati Assoreti) si registra che Intesa Sanpaolo Private Banking ha ottenuto cinque mesi di raccolta negativa in gestito su sette, Fideuram 4 su 7 e Sanpaolo Invest 3 su 7. Il dato più alto di produzione in gestito sui sette mesi l’ha fatto registrare la rete di Intesa Sanpaolo Private Banking (+149,1 milioni di euro) seguito da Sanpaolo Invest (+148 milioni) e da Fideuram (+139,3 milioni)

CHE DIFFERENZA CON IL 2015
– Naturalmente non si può dimenticare che Fideuram è comunque in testa alla classifica generale della raccolta netta (4,6 miliardi di euro) da inizio anno e ciò grazie alla produzione in risparmio amministrato ma stride davvero la composizione dei risultati commerciali ottenuti a oggi soprattutto se paragonata al risultato monstre del 2015. Per la cronaca a fine dello scorso anno Fideuram ISPB ottenne una raccolta netta in gestito superiore ai 10 miliardi di euro (7,8 miliardi la raccolta netta complessiva). Difficile immaginare che quel dato vincente in gestito possa essere avvicinato nei mesi che mancano all’anno commerciale ma è comprensibile attendersi una reazione del massimo protagonista della consulenza finanziaria di casa nostra.
NODI AL PETTINE – Ma quali sono le ragioni di questo arretramento nella raccolta pregiata in questi sette mesi? Le ipotesi si sprecano: i mercati avversi e volatili (che però c’erano per tutti, anche per chi ha fatto raccolta netta positiva in gestito sette mesi su sette), c’è chi parla di una integrazione tra le tre reti che debba essere ancora metabolizzata da private banker e consulenti finanziari oppure di una assenza di innovazione di prodotto che ha determinato una proposta meno incisiva verso la clientela. E ancora si vocifera di ricchi meccanismi di incentivazione sul gestito prima esistenti e poi revocati che hanno frenato la raccolta sul segmento. Quale che sia la verità il mercato si attende ora una risposta forte di Fideuram ISPB nel risparmio gestito. Arriverà?
 

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