Azimut? Arriverà a 50 euro

Il titolo Azimut? Arriverà a 50 euro. Lo sostiene il presidente Pietro Giuliani in una intervista a Milano Finanza dopo che la settimana scorsa l’azione della rete di cf e private banker è stata penalizzata dalla rivoluzione nella gestione (vedi notizia) con la creazione di un hub preannunciato dall’a.d. Sergio Albarelli in una intervista su BLUERATING in edicola. Venerdì scorso il titolo Azimut ha chiuso a 15,58 euro dopo che nell’ultimo anno è progredito solo dello 0,38%, ma negli ultimi sei mesi ha perso oltre il 18%.

Riguardo ai 50 euro, dice Giuliani “è l’aspettativa che ho per la fine del 2019, ossia la scadenza dell’attuale piano industriale. Una prospettiva che si basa su alcune considerazioni: rispetto ai nostri concorrenti quotati Azimut negli ultimi tre anni è cresciuta di più, nel 2017 al pari di Banca Generali. Inoltre Azimut è anche seconda per quantità di utili solo a Banca Mediolanum, che conta su masse superiori. Nonostante ciò in borsa il titolo Azimut non cresce o lo fa in misura molti più limitata. Ora questa sottovalutazione non può durare ancora a lungo e i prossimi due anni possono essere il tempo giusto per fare emergere questa sorta di embedded value. E’ come una molla iper-compressa che deve liberare la sua energia”.

Nell’intervista Giuliani spiega anche che la sua quota “è accentrata nella Fiduciaria Timone, con quella degli altri banker. Comunque, dopo la cessione dell’1% avvenuta nel maggio 2015 ed essere rimasto con circa lo 0,3%, attraverso un piano di investimenti da 100 mila euro al mese sono risalito sopra lo 0,5%. Per questo, se il prezzo dell’azione resta basso, ho anche qualche motivo per non lamentarmi”.

Intanto il gruppo Azimut, tramite la controllata australiana AZ Next Generation Advisory Pty Ltd, ha firmato oggi un accordo per acquisire l’intero capitale di Dunsford Financial Planning (leggi qui).

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