Scolari (Ascosim): “Ora al lavoro sulla rappresentanza in Ocf”

“Tutto ciò che va nella direzione di dare un’accelerazione o dei tempi certi alla nascita dell’Albo con le sezioni degli autonomi e delle scf ci trova favorevoli. Bisogna però capire che cosa succederà da adesso in avanti e come l’Ocf si vuole strutturare”. Così parla Massimo Scolari (nella foto), presidente di Ascosim, che esprimendo parere positivo sull’accelerazione avvenuta ieri al Senato (qui la notizia) guarda anche oltre. “Ci sono tanti punti interrogativi ancora da risolvere, uno dei quali è il nuovo regolamento che la Consob deve pubblicare dopo la consultazione che si è chiusa il 30 settembre, un regolamento che anche Ocf dovrà rispettare”.

Non solo. Risolto il nodo dei tempi, si prepara a tornare alla ribalta la delicatissima questione della revisione dello statuto dell’Organismo di tenuta e vigilanza dell’Albo unico dei consulenti finanziari. E, dunque, della governance di Ocf. In materia, Scolari si espresse già dopo la comparsa del decreto legislativo 129/2017 in Gazzetta Ufficiale (qui l’intervista). Il nuovo Ocf sarà chiamato ad aprire le sue porte anche alle associazioni che rappresentano i consulenti autonomi e le società di consulenza finanziaria. Recentemente, al Fee Only Summit di Verona, il presidente di Anasf Maurizio Bufi ha parlato di “diritto di tribuna”, con forme di rappresentanza diverse per i vari soggetti. Insomma, Anasf fa parte della storia dell’Organismo fin dalla sua nascita, nel 2009, e sembra intenzionata a difendere il suo peso all’interno di Ocf.

C’è forse il rischio che alle associazioni che rappresentano gli autonomi e le scf – quindi, fondamentalmente, Nafop e Ascosim – venga riservata una rappresentanza solo marginale? Bluerating.com ha girato la domanda a Scolari, che oggi risponde così: “La nostra associazione, nel caso in cui dovesse uscire uno statuto che preveda che le associazioni che rappresentano autonomi e scf possano accedere soltanto all’assemblea e non al consiglio direttivo, non parteciperà. Non è negoziabile. La stessa Consob dice che gli organi Ocf devono essere imparziali, che deve esserci una rappresentanza adeguata di tutte le componenti. Altrimenti avremmo solo gli oneri senza l’adeguata rappresentanza sancita dalla legge, oltre che dalla Consob”.

La risposta di Cesare Armellini, presidente di Nafop, è arrivata già al Fee Only Summit, con un invito a rispettare il principio di rappresentatività nel futuro Ocf sancito da Consob. D’altro canto, sempre ad agosto – dopo la pubblicazione del decreto legislativo 129/2017 in Gazzetta – Bufi aveva garantito a Bluerating.com che “una volta definite le regole esse vanno non solo rispettate, ma implementate nel modo più equo ed efficiente. Quindi, la nostra associazione e chi la rappresenta in seno all’Organismo non farà certo mancare il necessario impegno per l’effettiva attuazione del nuovo contesto di riferimento, una volta completato con le norme regolamentari delle autorità, a cominciare dalle modalità di rappresentanza, dall’effettivo censimento di tutti i consulenti e le società e dall’attività di vigilanza su tutti gli operatori” (qui il testo integrale).

Indubbiamente, ora più che mai, il dialogo fra tutte le parti si rende indispensabile. Staremo a vedere.

 E per quanto riguarda infine la bocciatura dell’emendamento che consentiva ai commercialisti di iscriversi all’Ocf? Scolari non è contrario all’inserimento nell’Albo dei commercialisti, purché siano preparati e conoscano la materia, non semplice, della consulenza finanziaria. Commenta così: “Premesso che io sono sostanzialmente contentissimo che i commercialisti si mettano a fare consulenza e si iscrivano all’Albo, però va detto che le regole devono essere uguali per tutti, senza creare sconti per un motivo o per un altro”.

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