Consulenti, come imparare dai propri errori

di seguito l’intervento di Maria Grazia Rinaldi, head hunter e psicologa iscritta all’albo, si occupa da molti anni di selezione dei consulenti finanziari

L’unico vero errore è quello da cui non impariamo nulla”, spiega John Powell. Un buon consulente deve essere cosciente che potrà capitargli di commettere errori durante la sua carriera ed è naturale che ciò accada. L’unica cosa a cui deve prestare attenzione è come reagire. È proprio questo l’aspetto che fa la differenza: la reazione all’errore.

Imparare dagli sbagli – Possiamo abbatterci, dirci che non siamo capaci e quindi arrenderci. Oppure possiamo farci domande efficaci: cosa potevo fare di diverso? Cosa devo cambiare per riuscire? Come posso trovare strategie migliori? Cosa mi ha impedito di riuscire? I consulenti di successo hanno una visione comune, non solo imparano dai propri errori, ma trattano i propri errori come i loro migliori mentori. Gli imprenditori di successo sono concordi nel sostenere: “Ogni volta che commetti un errore e impari
da esso ti avvicini al successo”. Nella mia carriera professionale, i consulenti di successo che incontro sono consapevoli di se stessi. Quando si svegliano al mattino hanno una ragione di vita. Si spingono ogni giorno oltre se stessi pur di migliorarsi continuamente.

Percorso a ostacoli da superare – Il percorso per arrivare al successo è molte volte pieno di errori, ma è necessario essere capaci di tradurli in insegnamenti per il futuro.
Non abbattersi alla prime difficoltà, continuare a crederci e provarci sempre. Provarci se sentiamo che la strada che stiamo percorrendo è quella giusta per noi: crederci diventa indispensabile. Napoleon Hill è stato uno dei primi autori
del genere letterario a trattare il successo personale. Il suo lavoro più famoso è “Think and Grow Rich”. In questo scritto, come in altri, ha dichiarato: “Ciò che la mente può concepire e credere, può realizzarlo”. Secondo Hill, il 98% della gente non crede fermamente in qualcosa, mettendo così il successo al di fuori della propria portata. Intorno ai primi del Novecento voleva trovare a tutti i costi la ricetta del successo.

La formula del successo – Spinto dal suo mentore, Dale Carnegie, Hill cercò di ottenere la formula del successo intervistando oltre 500 persone, tra cui figure come Henry Ford, George S. Parker, King Gillette, Thomas A. Edison, Theodore Roosvelt, Wilbur Wright e tanti altri ai fini della sua ricerca. Il suo viaggio i ricerca è durato 20 anni, ma
i risultati che ha ottenuto sono diventati dei principi fondamentali che da oltre cento anni hanno realizzato il successo di chiunque
li abbia applicati. Secondo il saggista, il primo passo è crederci, avere determinazione e un piano d’azione. La maggior parte delle persone demorde al primo ostacolo, oppure non parte neppure nel tentativo di realizzare qualcosa a cui tiene, perché non ci crede, non è abbastanza motivata ad agire. La causa del fallimento dunque è dentro di noi, non fuori. Il primo fallimento avviene nella nostra mente. Il desiderio, secondo Hill, è una disposizione mentale che ci spinge fino all’ossessione,
e poggia le sue fondamenta sulla progettazione e sulla tenacia.

La fiamma del desiderio può spingerci fino a bruciare i ponti che ci legano a una realtà sicura ma che ci impedisce di realizzarci. Il consulente di successo questo lo sa molto bene. È lui per primo a credere prima di ogni altro che i suoi sogni siano realizzabili.
Un passo fondamentale verso
il successo, prima ancora che nascano i progetti per realizzarlo è la fiducia in se stessi. La fiducia è uno stato mentale che ci permette di guardare oltre gli ostacoli, oltre la fatica, oltre i fallimenti. “La sconfitta non è il peggior fallimento. Non aver tentato è il peggior fallimento”, chiosa George Edward Woodberry.

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