Marucci (Federpromm) a Bufi (Anasf): “Di che cosa hai paura?”

Di che cosa il collega Bufi ha paura? E’ l’interrogativo sollevato da Manlio Marucci, n.1 di Federpromm- Uiltucs (nella foto a destra), riguardo al tema delle rappresentanze delle associazioni di categoria ai vertici dell’Ocf, l’organismo che gestisce l’Albo professionale dei consulenti finanziari.

In vista della nascita del nuovo Albo Unico che includerà anche gli autonomi, nelle scorse settimane Marucci aveva chiesto un incontro alla presidente dell’Ocf, Carla Rabitti Bedogni, per ricordare la composizione particolare degli iscritti a Federpromm (si veda qui la notizia) che in parte sono stati trasferiti in passato alla sigla affiliata Opec Financial. Marucci aveva dunque chiesto all’Ocf di tenere conto di questa particolarità della sua associazione quando si decideranno quali sono le sigle di categoria maggiormente rappresentative che avranno il diritto ad avere un loro rappresentante nel direttivo dell’Ocf. Va infatti ricordato che il Regolamento Intermediari della Consob ammette la presenza di un esponente di una determinata associazione negli organi direttivi dell’Ocf solo se l’associazione stessa è rappresentativa di almeno il 10% degli iscritti all’Albo.

Di fronte alle richieste di Marucci, il presidente dell’Anasf Maurizio Bufi aveva però diffuso un Tweet dove (si veda qui la notizia) invitava di fatto a leggere il Regolamento Intermediari della Consob e ad applicarlo senza forzatura.

Ora è arrivata la controreplica di Marucci che con un comunicato afferma di non volere fare troppe polemiche ma poi accusa il presidente dell’Anasf di volontà egemoniche sulla governance dell’Ocf e chiede quali siano i timori che lo hanno spinto alla sua presa di posizione su Twitter.

Ecco di seguito il testo del comunicato diffuso da Federpromm

“Era prevedibile”, scrive Marucci, “anche simpatico vedere il focoso cinguettio di Bufi lanciato vs Federpromm su Twitter lo scorso 1 marzo in risposta ad una formale quanto necessaria richiesta di incontro all’ OCF sul problema della  rappresentanza in seno al costituendo Organismo che andrà a gestire l’albo dei consulenti finanziari. E’ la dimostrazione – replica Marucci – del “quitum servitium” per usare  la formula gramsciana sul potere e su come l’Associazione rappresentata da Bufi voglia continuare a mantenere una posizione dominante per riaffermare lo status quo senza rendesi conto che la realtà del settore è cambiata sia sul piano formale che sostanziale.  Credo – senza sollevare polemiche che non avrebbero senso, afferma Marucci – che la democrazia in ogni organizzazione che si rispetti debba poter far esprimere a tutti i soggetti che vi  partecipano la propria opinione e di  poter affermare i propri diritti, indipendentemente dai rapporti di forza numerici e questo  nell’interesse generale del funzionamento della norme che regolano la convivenza civile e lo stesso funzionamento delle istituzioni.  Le preoccupazioni di Bufi evidentemente tradiscono questi “principi elementari”  delle regole di una democrazia partecipativa  e dimostrano interessi  di parte con logiche di appartenenza. Di che cosa il collega Bufi ha paura? Stia sereno che la pratica è un po’ diversa dagli slogan”.

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