Credem, patrimonio ancora più solido

LA DECISIONE – Lo scorso 1 marzo, la Bce ha autorizzato il gruppo Credem a non dedurre dal calcolo dei propri coefficienti patrimoniali la partecipazione al 100% in Credemvita S.p.A. L’autorizzazione ricevuta da Bce, basata sull’applicazione dell’articolo 49 del Regolamento (EU) n. 575/2103 (“CRR”), è legata all’inserimento del gruppo Credem, a far tempo da ottobre 2017, nella lista dei gruppi societari italiani che svolgono attività significativa sia nel settore bancario e dei servizi di investimento sia nel settore assicurativo (conglomerati finanziari) e testimonia il livello di integrazione e presidio garantito del Gruppo su tutti i business agiti.

 

REVISIONE DEI COEFFICIENTI – Questa decisione di Bce, effettiva a partire dalla data del 31 dicembre 2017, comporta una revisione incrementale dei coefficienti patrimoniali di vigilanza comunicati in sede di approvazione dei risultati preliminari. In particolare il CET1 ratio aumenta da 13,32% a 13,69% (+37 bps), dato oltre 6 punti percentuali al di sopra del livello minimo assegnato da BCE per il 2018 pari a 7,375%(2) a conferma della sicurezza, affidabilità e solidità del gruppo. Inoltre il Tier1 capital ratio(1) aumenta da 13,36% a 13,76 (+40 bps) ed il Total capital ratio(1) aumenta da 14,99% a 15,57 (+58 bps). I valori calcolati su base “fully phased” incrementano ulteriormente con il CET1 ratio che passa da 12,90% a 13,29% (+39 bps), il Tier1 capital ratio che passa da 13,24% a 13,63% (+39 bps), il Total capital ratio che cresce da 15,03% a 15,55% (+52 bps). Per Nazzareno Gregori, direttore generale di Credem, “l’autorizzazione ricevuta rappresenta un ulteriore elemento di conferma della bontà del percorso intrapreso dal Gruppo che ha raggiunto a fine dicembre 2017 oltre i 40 miliardi di totale attivo, con una crescita particolarmente significativa, pari ad oltre il 30%, da fine 2013. Lo sviluppo ha riguardato tutte le attività del gruppo, dai servizi di investimento e bancari alla consulenza nell’ambito assicurativo, con le riserve più che raddoppiate tra la fine del 2013 e dicembre 2017 raggiungendo quota 6,8 miliardi di euro. Sono convinto che un ruolo chiave di questa crescita è riconducibile alla nostra tradizionale attenzione alla relazione con la clientela, ad una gamma completa di servizi di Wealth Management ed alla qualità delle persone che operano nel gruppo”.

 

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