Consulenti, il lupo perde il pelo ma non il vizio

Riportiamo di seguito un approfondimento a cura di Tullio Dodero, Segretario Generale di Opec Financial. Al centro dell’articolo gli ultimi episodi di conflitto tra mandanti e  professionisti segnalati da Bluerating.com.

Ci risiamo un’altra volta.

Quando ci sono difficoltà che implicano decisioni strategiche e riorganizzazioni, oltre ad approfondite competenze manageriali e valori etici da esprimere, le Banche scaricano su qualcun altro i loro problemi e le loro responsabilità.

È successo in tempi recenti quando alcune banche hanno truffato molti loro clienti per tappare buchi di bilancio causati da scellerate scelte gestionali, succede oggi allorché le reti bancarie di consulenza finanziaria tagliano parte dei propri monomandatari e annunciano il taglio di molti altri ancora per attutire l’impatto della Mifid 2.

L’obiettivo è chiaro: passare dal via senza pagare dazio e poi andare alla cassa a incassare il malloppo.

Qualcuno nei palazzi del potere finanziario potrà anche divertirsi a giocare a Monopoli, ma è certo che i Consulenti Finanziari abilitati all’offerta fuori sede e le loro famiglie non si divertono per nulla.

E per raggiungere i loro obiettivi ecco le banche di nuovo pronte a costituire “cartelli” e a introdurre prassi vessatorie nei confronti degli ex Promotori.

Tra i vari articoli letti in questi giorni dopo le decisioni annunciate dal Gruppo Intesa San Paolo e da Banca Generali , spiace assistere ancora una volta allo scoraggiante atteggiamento assunto da Anasf che anziché difendere la categoria che rappresenta, si schiera dalla parte dei padroni, cioè gli Intermediari, e li difende a spada tratta manifestando una palese linea d’azione accomodante che attacca i Consulenti più deboli invece di difenderli. Il Presidente Bufi, che come noto è un Consulente di SanPaolo Invest, ha preferito arrampicarsi sugli specchi invocando supposte esigenze di maggiore professionalità e dedizione per giustificare i tagli da parte delle banche per i gestori di portafogli fino a 5 milioni. Quindi, secondo i vertici Anasf, molti dei loro associati sono “incapaci” e “fannulloni”, e quando verranno tagliati anche i portafogli da 10 e 15 milioni cosa dirà Bufi? Chissà, chi vivrà vedrà.

Sulla scena, poi, non potevano mancare dotte dissertazioni sull’esigenza di servire meglio i clienti che, improvvisamente, diventano l’obiettivo etico di qualità di Lorsignori. Ma allora le maggiori commissioni? Il collocamento dei propri prodotti o di gruppo? Dove li mettiamo? E il conflitto d’interesse?

Stiamo assistendo a tutta una serie di tentativi, talvolta goffi, per aggirare la Mifid 2 appena entrata in vigore che ha fatto della trasparenza e dell’eliminazione dei conflitti d’interesse i principali presidi per tutelare i risparmiatori. E spiace osservare, ancora una volta, la timida e silente latitanza delle Istituzioni che tuttavia, quando battono un colpo, lo fanno nell’evidente interesse delle banche.

Al Popolo italiano dei Consulenti Finanziari restano due sole possibilità:

  • cambiare mestiere, come vorrebbero le Banche e Anasf,
  • guardarsi attorno cercando alternative.

Nel settore della consulenza finanziaria l’alternativa è sotto gli occhi di tutti, grande come una casa: la consulenza indipendente fee only. Cioè tenersi il proprio portafoglio, piccolo o grosso che sia, e gestirlo come consulente finanziario autonomo con maggiore profittabilità per sé e per i propri clienti. Del resto, il monomandato è un’anomalia italiana, non presente nei paesi finanziariamente più evoluti.

Basta dare un “calcio nei denti” alla rete padrona, comunicare all’Ocf di spostare la propria iscrizione all’albo unico da una sezione all’altra e lavorare finalmente per sé e, soprattutto, nell’interesse esclusivo dei clienti.

Intanto siatene certi, prima o poi i clienti si renderanno conto che gli conviene cambiare cavallo, soprattutto in termini di rendimento dei loro portafogli e non solo a causa delle commissioni largamente inferiori.

Infatti, i portafogli costruiti nell’esclusivo interesse dei clienti rendono certamente di più. Sono fatti e gestiti meglio perché non hanno vincoli di appartenenza.

Provare per credere.

Vorrei concludere con ottimismo e dire ai Colleghi che cambiare si può.

La nostra Associazione è pronta a dare una mano, se serve, come già sta facendo.

 

 

 

 

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