Consulenti, meglio il portafoglio del curriculum

Stando a diverse testimonianze degli addetti del settore e a alcuni episodi recenti di cronaca, sembra che il mercato del recruiting legato ai professionisti della consulenza finanziaria si sia vivacizzato negli ultimi mesi. Si è parlato tanto di una Mifid 2 che avrebbe portato a una valorizzazione delle competenze dei consulenti finanziari, ma siamo sicuri che, quando si parla di giri di poltrone, siano quelle a contare davvero? A tal proposito vi riportiamo di seguito un breve intervento di un consulente tratto dal gruppo LinkedIn “Il Nuovo Mondo della Consulenza” fondato da Jonathan Figoli, autore del libro omonimo.

In questi mesi sto assistendo, almeno questa è la mia sensazione, ad un grosso mercato dei consulenti. Molte Banche e Reti aumentano le loro masse gestite solo attraverso “l’acquisto” dei portafogli dei consulenti. Sì, perché il reclutamento avviene non in base alle capacità e competenze del consulente ma solo attraverso il peso del suo portafoglio.
Ultimamente ricevo la media di una chiamata a settimana dalle altre banche. (In realtà dalle società di HeadHunter che operano per banche e reti) ed invece di parlare delle capacità e delle competenze dei CF e/o degli strumenti messi a disposizione di quest’ultimi per lavorare ed offrire quindi un servizio migliore ai clienti, si parla quasi solo di bonus di giro del portafoglio e del peso di quest’ultimo. Credo che in tal modo si crei solo un effetto “porte girevoli”, che fa venir meno i benefici derivanti da una concorrenza basata sulla qualità che, di conseguenza, crea inefficienze sul mercato e minor valore per tutti i suoi attori, dai clienti ai consulenti, passando per le banche. Al contrario, personalmente credo in un ambiente in cui i consulenti siano al servizio esclusivo dei clienti e che le banche, attraverso il miglioramento dei servizi (leggasi tecnologia, piattaforma, architettura,ecc.) si contendano i migliori consulenti. Saranno quest’ultimi a scegliere la banca migliore per i propri assistiti e quindi per loro stessi.
Non so se ho reso l’idea. Mi scuso in anticipo per eventuali baggianate scritte dovute al fatto che non conosco in maniera approfondita le dinamiche, essendo un semplice consulente e non un manager o dirigente.

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