Azimut? Vale 50 euro

Il titolo Azimut? Vale 50 euro, quattro volte di quanto il mercato lo apprezza oggi. Ne è ancora convinto Pietro Giuliani (nella foto), presidente di Azimut Holding, la rete forte di 1.700 tra consulenti finanziari e private banker, che in un’intervista nello scorso fine settimana a “Milano Finanza” si toglie anche qualche sassolino dalla scarpa nei confronti di Mediobanca.

Pietro Giuliani (Azimut Holding)

Vero però è che l’azione Azimut, pur avendo recuperato il 5% circa nell’ultimo mese, a quota 13,8 euro segna ancora un ribasso di quasi il 27% nell’ultimo anno. “Siamo convinti – ha detto Giuliani – di poter elevare il valore del titolo a 50 euro senza ricorrere ad alcun tipo di spezzatino, perché la forza di questa società è il suo modello integrato di distribuzione, con tanto di espansione all’estero”. Lo spezzatino era stato ipotizzato da uno studio Mediobanca e proprio pochi giorni fa Alberto Nagel, ceo dell’istituto di Piazzetta Cuccia, ha ipotizzato una grande operazione di crescita per linee esterne della sua rete di cf CheBanca!, che voci di mercato hanno individuato in un’aggregazione con Azimut.

“Fantasiose ipotesi forse fatte pro domo propria” le ha definite Giuliani che nell’intervista ha aggiunto che una simile operazione “sarebbe fatta nell’interesse degli azionisti di Mediobanca”, ma non di Azimut. Quegli stessi soci che hanno visto appena entrare il fondo Peninsula con un ticket da 60 milioni e 1.200 cf impegnare 100 milioni in azioni Azimut a fianco dello stesso Giuliani che ha reinvestito 27,5 milioni dei 30 milioni netti che incassò nel 2015 quando vendette.

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