Stop a Francia e Germania
L’approccio previsto dalla Vigilanza della Bce viene incontro ad alcune delle esigenze espresse dal sistema bancario italiano, introducendo il concetto della singola valutazione caso per caso, quindi tenendo conto delle specificità di ciascuna banca e del contesto economico e finanziario in cui si opera, e non considerando invece le richieste di Francia e Germania, che premevano per l’introduzione di un limite del 5% e del 2,5% rispettivamente per i crediti deteriorati lordi e netti in rapporto agli impieghi totali. Notizie positive quindi per il sistema bancario nel suo complesso, se consideriamo che la proposta di addendum sui nuovi Npl prevede una copertura al 100% dopo due anni per quelli non garantiti e una compresa tra il 40% e il 100% entro sette anni per quelli garantiti e che una estensione di tale regola agli stock pregressi avrebbe portato oneri ulteriori con ripercussioni sul credito erogato.
Impegno sul territorio
Notizie positive soprattutto per gli istituti di credito maggiormente dediti al sostegno dell’economia reale. Per il loro impegno in favore dei territori e delle economie locali queste banche hanno visto aumentare il peso delle partite problematiche all’interno dei loro bilanci. Un’incidenza, quella degli Npl, che però negli ultimi anni si è rapidamente abbassata, grazie agli sforzi portati avanti dalle banche attraverso importanti operazioni di cartolarizzazione, con gli istituti più in prima linea nell’azione anticiclica di contrasto alla crisi, come le banche popolari, che hanno registrato un costo del rischio (misurato dal rapporto tra il flusso di rettifiche e la consistenza media dei prestiti, n.d.r) pari a 71 punti base. Il dato medio per le altre banche supera i 100 punti base, accompagnato da una migliore efficienza operativa, misurata dal cost-income ratio (rapporto tra costi operativi e margine d’intermediazione) pari al 64,8%, quasi cinque punti percentuali inferiore al dato delle banche società per azioni. Porre attenzione sulla centralità che le banche del territorio rappresentano, non solo per gli stakeholder ma anche per le famiglie e per le imprese della zona, è un requisito essenziale per promuovere veramente quella stabilità tanto invocata a parole ma che nei fatti si è tradotta spesso in una serie di vincoli che hanno coinvolto per lo più le banche di tipo tradizionale, modificando le possibilità di una sana e costruttiva concorrenza tra gli intermediari. u Segnali incoraggianti Significa favorire quello sviluppo e quella crescita economica che solo recentemente, dopo anni di stagnazione e di recessione, sta mostrando segnali incoraggianti, malgrado un quadro politico incerto. Le banche italiane hanno dimostrato, già nei mesi passati, di essere riuscite a ridurre il peso degli Npl in misura significativa facendosi trovare pronte all’appuntamento con le nuove disposizioni di vigilanza. Le decisioni prese a Francoforte dimostrano, ancora una volta, come sia possibile venire incontro alle esigenze di tutti e come questo non solo sia auspicabile ma sia anche la soluzione più efficace per un’unione bancaria che potrà trarre forza solo dalla varietà degli istituti chiamati a farne parte.
Articolo a cura di Giuseppe De Lucia Lumeno, segretario generale di Assopopolari