L’inutilità delle fusioni bancarie

In un periodo dove le notizie che riguardano M&A sembrano essere all’ordine del giorno, è interessante leggere le valutazioni di Lando Maria Sileoni, segretario generale di Fabi, apparse quest’oggi su MF in un’intervista a cura di Mauro Romano. Sileone evidenzia la poca utilità attuale delle fusioni bancarie, dato il buono stato di salute degli istituti tricolore. E fa una proposta all’Abi per il nuovo contratto. Ecco di seguito alcuni passaggi particolarmente significativi.

“Oggi il sistema è tripartito. Due colossi del credito Intesa e Unicredit: un plotone di banche medie e la rete delle banche del territorio, poi le bcc. Intesa e Unicredit sono nella serie A europea da tempo e ci rimarranno: fanno insieme metà del mercato dei prestiti a famiglie e imprese, metà dell’attivo bancario del Paese. In scala europea sono ben posizionate e superano per qualità delle performance i colossi tedeschi e inglesi”.

“Le fusioni a tutti i costi sono un errore strategico. Analisti, osservatori e regolatori spingono per un’ondata di fusioni tra le banche sotto la taglia dei due big del credito. Il modello è quello europeo. Pochi grandi banche universali come in Francia, Spagna e Gran Bretagna. Ma è una visione da capitalismo anglosassone puntato tutto sull’efficienza, sulle economie di scala e sui tagli di costo. In sintesi pochi grandi oligopoli tesi solo alla profittabilità. Questo accontenta gli azionisti ma non i lavoratori e il rapporto con la clientela”.

“Il sistema produttivo italiano è frammentato e molto dipendente dal credito bancario. Il 90% dell’industria italiana è fatto di piccole e medie imprese con pochi milioni di euro di fatturato. Il rapporto con questi clienti è personalizzato da chi li conosce. Immaginate un colosso del credito con mille miliardi di attivo che si occupa del merito di credito di miriadi di aziende con pochi milioni di euro di fatturato. Quel cliente non sarà seguito e sarà abbandonato a se stesso. Solo le banche che stanno sul territorio hanno capacità e conoscenza per seguirli. Il modello delle mega-aggregazioni sarebbe un danno per il Paese. L’intervento del Governo rispetto alle banche di credito cooperativo è positivo”.

“Abbiamo una proposta anche sul metodo delle trattative (rinnovo del contratto nazionale di lavoro n.d.r.): chiederemo che tutte le sedute del negoziato siano videoregistrate e accessibili ai diretti interessati. Così gli impegni presi tutti insieme, non potranno essere smentiti appena usciti dalla porta. Tutte le sedute dei Consigli comunali, dei Consigli regionali, dei cda delle banche vengono registrate e non capisco perché non si possa fare lo stesso in Abi. Sono curioso di vedere chi accetterà questa proposta e chi si tirerà indietro”.

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