Unicredit e la fame immobiliare

Su MF di questa mattina, in un articolo a firma Luca Gualtieri, viene evidenziato il recente aumento di esposizione di Hvb, controllata di Unicredit, sul settore immobiliare tedesco. La stessa ha finanziato negli ultimi anni diversi progetti legati al real estate locale ed è ora arrivata, nella prima metà del 2018, a una crescita dell’impiego complessivo di circa 658 milioni di euro.

Come riferisce Gualtieri “dal 2010 i prezzi medi delle case in Germania sono balzati del 60% grazie a un combinato di fattori che comprende i bassi tassi di interesse, l’abbondanza di liquidità e il livello relativamente basso delle valutazioni rispetto agli standard internazionali. Senza contare la tenuta del mercato del lavoro e la forte domanda di immobili residenziali e commerciali. Se infatti fino a pochi anni fa le famiglie tedesche prediligevano vivere in affitto, la politica monetaria ha radicalmente cambiato l’approccio e oggi i mutui immobiliari vanno per la maggiore. La fiammata è stata particolarmente intensa nelle grandi città, a partire da Berlino seguita da Monaco, Francoforte e Amburgo. Un trend alimentato soprattutto dall’attività dei grandi investitori che, secondo i dati forniti da Bnp Paribas, lo scorso anno hanno speso 14 miliardi di euro nel real estate tedesco, dopo i 13.5 miliardi versati nel 2016. Le banche stanno ovviamente giocando un ruolo di primo piano nella partita, come dimostra la strategia seguita da Hvb che pure nel bilancio insiste sul costante monitoraggio del rischio di credito”.

Ma se l’intenzione di Unicredit sembra chiara, all’orizzonte appare il warning della Bundesbank su un eventuale effetto bolla “proprio lo scorso anno infatti Andreas Dombret, chief banking supervisor della banca centrale, faceva previsioni poco rassicuranti sull’andamento del settore: «Il semaforo è sul giallo: non c’è ancora una bolla sul real estate che minacci la stabilità finanziaria della Germania, ma serve prudenza». Il timore della Vigilanza è infatti che l’allentamento dei criteri di erogazione del credito spingano le banche prendersi maggiori rischi: «Il mix di boom nell’immobiliare e bassi tassi interesse potrebbe diventare un cocktail pericoloso per il settore bancario», spiegava in quell’occasione Dombret. Non bisogna del resto dimenticare che negli anni scorsi gli istituti di credito tedeschi sono già stati investiti dalla violenta crisi dello shipping. Deutsche Bank ha registrato perdite per quasi 350 milioni dal settore e la rivale Commerzbank ha annunciato la volontà di rientrare dei 4,5 miliardi di crediti non performanti, segnando perdite per 600 milioni. La maggiore vittima di quella crisi però è stata Hsh Nordbank, il maggiore erogatore di prestiti al settore del trasporto navale e successivamente oggetto di un salvataggio pubblico”.

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