I mercati chiamano la consulenza

Il mese di giugno ha evidenziato diverse difficoltà nei mercati finanziari, con una singolare flessione combinata sia dei mercati obbligazionari che azionari, temperata solo (per i non dollaro based) dalla salita del dollaro e da alcune performance nel settore tecnologico. Nel contempo il risparmiatore italiano ha evidenziato, fin da maggio, una rinnovata propensione a rifugiare volumi consistenti (38 miliardi) fuori dal territorio italiano, accompagnata da una ricerca della liquidità (depositi e titoli di Stato più brevi).

Altra situazione è quella dei prodotti assicurativi protetti o garantiti, a conferma del timore di realizzare perdite. Sotto il profilo dei tassi, le tensioni circa le soluzioni di governo hanno determinato, dopo quasi 30 mesi, il ritorno della scadenza intorno ai 6 mesi verso tassi positivi (0,55 in asta, con spread 100bp) e un’impennata rapida oltre il 2% intorno alla scadenza dei due anni (con spread 240), oltre la quale l’andamento della curva dei rendimenti riprende un’inclinazione più contenuta (con spread quasi costante). Risolto il dubbio sull’assenza di una soluzione di governo, una lenta ma certa ripresa dei tassi d’interesse (che induce alla liquidità per investire in futuro) e la convinzione che il mercato azionario (non quello italiano) siano già saliti. È anomalo anche il fatto che la volatilità obbligazionaria cresca, riducendo la distanza da quella azionaria che resta invece entro le medie storiche.

Per i fondi comuni il risultato lordo positivo comprende forti movimenti negativi nel comparto di diritto italiano, compensati dagli estero-vestiti; colpisce di più la variazione negativa delle Gpm e, quindi delle scelte individuali. Cresce invece il segmento amministrato, alla ricerca della libertà di cambiare, davanti all’incertezza. Vi è necessità di consulenza, il tema chiave di Mifid 2.

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