Xausa (Assonova): “Noi in Ocf subito”

«È ineludibile un confronto, nelle sedi più appropriate, che porti soluzioni nuove e globali a favore della categoria dei consulenti finanziari, finora rappresentata in modo antiquato, frammentario e parziale». È quanto ha dichiarato in una nota Giuliano Xausa, il presidente di Assonova, l’Associazione dei consulenti finanziari creata dalla Fabi, illustrando i principali obiettivi del suo mandato, iniziato con la nomina dello scorso 26 luglio. «Assonova è in attesa che l’Ocf (l’Organismo di vigilanza e tenuta dell’albo unico dei consulenti finanziari) confermi il suo ingresso nella compagine associativa dell’Ente» spiega Xausa secondo cui «è evidente che l’attuale rappresentanza dei professionisti del settore è assolutamente sbilanciata: una associazione di categoria che rappresenta poco più del 15% degli addetti ha il 50% delle quote dello stesso Ocf (il chiaro riferimento è all’Anasf, n.d.r.). Assonova, che ne rappresenta più del 10% oltre ad avere il diritto di far parte dell’Ocf, va a colmare un vuoto rappresentativo inaccettabile, in quanto oltre 14mila addetti lavorano come dipendenti delle banche e non hanno alcuna voce in capitolo, proprio per la politica di emarginazione sin qui svolta».

«È anche evidente – aggiunge il presidente di Assonova – che Ocf non è il tavolo dove si discuterà di accordo collettivo per la categoria, così come è noto che Assoreti non ha un mandato in tal senso da parte delle sue associate, ma è altrettanto evidente che una volta che Assonova sarà seduta a quel tavolo si saranno poste le premesse per un dialogo nuovo e a tutto campo, che potrà sfociare – in un momento storico che ci chiede scelte nuove e coraggiose – in nuove consapevolezze da parte delle rappresentanze, e quindi in decisioni con esse coerenti. Infatti, nella prospettiva delle nuove competenze che Ocf ha acquisito nell’ambito della Vigilanza, sinora svolta in esclusiva da Consob, e nell’intento di esercitarle in chiave di prevenzione di condotte non corrette, Assonova intende aprire un dibattito circa la natura della consulenza e l’ambito etico-professionale nel quale può essere esercitata, quali antecedenti importanti per determinare l’orientamento delle condotte professionali».

Secondo Xausa, «per tale motivo, dal momento che le scelte effettuate dagli intermediari e dalle banche in seguito alla MiFID 2 sembrano orientarsi verso un efficientamento del settore con una offerta di prodotti/servizi più ampia, innovativa ed articolata che possa intercettare una quota rilevante della ricchezza dei cittadini detenuta in liquidità, generando ricavi tali che possano più che compensare i probabili effetti negativi della MiFID 2 circa la compressione dei margini. Altro obiettivo degli intermediari è raggiungere un modello di vendita consulenziale basato sulla regola tecnica della adeguatezza, che consiste nel “servire al meglio l’interesse del cliente” che tuttavia non ha la priorità in quanto si tiene in considerazione anche l’interesse del consulente e quello dell’intermediario, cercando così un equo bilanciamento con tutti i soggetti coinvolti nel rapporto».

Assonova ritiene che tali scelte generino la condizione di pressioni commerciali, praticata da banche e reti, che comporti evidenti rischi di vendite scorrette che, sebbene conformi alle regole tecniche dell’adeguatezza, rappresentano, come recenti report della Commissione Europea hanno evidenziato, un fallimento nel fornire risultati equi ai clienti fornendo informazioni fuorvianti o raccomandando prodotti non utili. Ciò impone una massima allerta da parte delle associazioni di categoria e Assonova intende portare al centro della discussione la prospettiva alternativa di consulenza fiduciaria che si basa sul principio di agire secondo “il miglior interesse del cliente”, regola fiduciaria tipica dei professionisti, che dà assoluta priorità all’interesse del cliente e che obbliga a dimostrare documentante questa condizione mediante la conformità a standard volontari e terzi. Ciò affinché tale modello possa essere un antecedente importante per la prevenzione di condotte professionali non corrette laddove ciò potrà avere le conseguenti ricadute circa la definizione di strumenti contrattualmente esigibili e applicati dall’insieme delle banche-reti a tutela di chi quotidianamente ci mette la faccia».

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