Consulenti, cambiare se stessi in meglio

Cambiare si può? Spesso quando si pensa ai cambiamenti si pensa a lunghi percorsi, spesso li immaginiamo difficili e per questo impossibili da vivere. Eppure noi viviamo i cambiamenti ogni giorno, quando ci confrontiamo con colleghi, manager, amici che stimiamo, ci lasciamo trasformare da loro, dalle loro idee, dal loro diverso modo di vedere la realtà. Ci sono state volte in cui alcune persone ci hanno addirittura cambiato la vita, semplicemente facendo riflettere su nuove prospettive. Il cambiamento più importante lo si vive nel momento in cui impariamo a vivere e gestire le situazioni in modo diverso.

I sei livelli di pensiero
Cambiare se stessi si può. Quando la nostra percezione del mondo e di noi stessi non è funzionale rispetto al nostro benessere e ai risultati che otteniamo, abbiamo la possibilità di mutarla, piuttosto che aspettare il cambiamento dall’esterno. Partiamo dal presupposto che la verità su ciascuno di noi non è data da ciò che ci piace pensare di noi ma da quello che veramente crediamo di essere. Abbiamo più volte, negli articoli precedenti, parlato dell’importanza della consapevolezza. Essere consapevoli che più aspetti sono da considerare, rispetto al nostro modo di approcciare un obiettivo, può essere la chiave di svolta. In modo particolare, in questo caso possono venirci in aiuto gli studi di Robert Dilts, che afferma infatti che il cervello è organizzato in diversi livelli di elaborazione. Quando lavoriamo per raggiungere i nostri obiettivi, quando vogliamo cambiare comportamenti, o credenze, abbiamo bisogno di prendere in considerazione diversi livelli di pensiero. Durante una valutazione dei nostri risultati o del nostro approccio all’obiettivo, domandarci a quale livello sentiamo l’interferenza è fondamentale. I livelli identificati da Dilts sono sei: ambiente, comportamenti, capacità, credenze, valori e identità. I livelli neurologici rispondono alle seguenti domande:

-dove e quando? (Ambiente)
-che cosa? (Comportamenti);
-come? (Capacità);
-ci credo? (Credenze);
-perché? (Valori);
-chi? (Identità);

Modificare i comportamenti
Se tutti questi livelli sono tra loro allineati non si creano problemi, che nascono invece quando essi non coincidono. Se un consulente finanziario ha come primi valori l’onestà e l’etica ma ha la credenza che vendere significa manipolare il cliente, quanto credete che potrà essere efficace? Vivrà conflitti interiori che lo porteranno a mettere in atto una serie di comportamenti autosabotanti. Cosa fare allora? Nell’esempio citato l’advisor dovrà magari lavorare sulla sua credenza e cercare di allinearla ai suoi valori. Potrà iniziare a notare quanto la vendita possa significare anche soluzione di problemi, offerta di soluzioni, informazione e così renderla rispondente ai suoi valori, diventando consapevole di offrire un servizio onesto ed etico. Come dice Zig Ziglar: “Smetti di vendere, inizia ad aiutare”.

A cura di Maria Grazia Rinaldi

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