Abbiamo scelto di essere liberi. E’ questo il “claim” che accogli i visitatori del portale gestito dallo Studio Andreoli & Taccuso, realtà che da oltre 10 anni offre un servizio di consulenza fee only frutto della collaborazione tra Fabrizio Taccuso e Giuseppe Andreoli, fondatori e professionisti dell’advisory sia verso i privati che corporate. Abbiamo conosciuto meglio questo progetto, che ha visto anche la creazione del portale di informazione finanziaria ConsulenzaVincente.it, ponendo loro delle domande che coinvolgono contestualmente l’evoluzione del settore della consulenza indipendente. Ecco le loro risposte.
Giuseppe Andreoli
Fabrizio Taccuso
Come è nato il progetto dello Studio Andreoli & Taccuso?
G.Andreoli: Il nostro Studio nasce alla fine del 2007. Io svolgevo l’attività di consulenza indipendente da inizio 2006. Eravamo gli unici due consulenti finanziari a Mantova e provincia ed abbiamo pensato che unire le forze fosse la soluzione migliore per svolgere al meglio una professione che si presentava molto eterogenea. Infatti il consulente finanziario indipendente può operare su più ambiti: la consulenza a privati, ad aziende ed anche a clienti istituzionali. L’imprenditore è il nostro cliente target, in quanto oltre agli investimenti personali ha un’azienda e quindi lo affianchiamo e supportiamo nella gestione ed ottimizzazione dei rapporti bancari e degli affidamenti. Tutto questo è possibile soltanto suddividendoci i compiti. Inoltre i clienti preferiscono una struttura organizzata. Per quanto bravo possa essere il singolo non può seguire i mercati, i clienti, i fornitori, fare corsi di aggiornamento, organizzare eventi ecc.
Cosa vi ha spinto a intraprendere la via del mondo fee only rispetto al mondo della promozione finanziaria?
G.Andreoli: Entrambi eravamo convinti già nel 2007 che la vera consulenza fosse quella indipendente, proprio perché slegata da qualsiasi conflitto d’interesse e dalla vendita o collocamento di prodotti finanziari. Io avevo già esercitato in precedenza per 6 anni l’attività di promotore finanziario e ho avuto ampiamente la conferma di tutto ciò.
Quali consigli dareste a un ragazzo che, come prima esperienza, vuole provare a iniziare a intraprendere la strada della consulenza finanziaria indipendente rispetto alla tipica “gavetta in banca”?
G.Andreoli: Il consiglio è quello di iniziare come stagista presso uno studio di consulenza già avviato. Per fare il consulente finanziario non servono solo conoscenze tecniche ma serve esperienza, bisogna saper essere anche un po’ psicologi e portati alle relazioni interpersonali. Con l’entrata in vigore dell’Albo Unico sono state create sicuramente delle barriere all’ingresso. Servono investimenti, una piattaforma “Mifid Compliant”, una Rc professionale, un ufficio. Ritengo che questa non sia una professione da svolgere singolarmente, ma in un team organizzato.
Parallelamente al vostro studio avete sviluppato il blog Consulenza Vincente. Ce lo volete presentare? A chi si rivolge?
F.Taccuso: L’idea del sito Consulenza Vincente e del blog è nata con il proposito di farci conoscere come professionisti. La nostra professione ancora oggi è in buona parte sconosciuta a risparmiatori ed investitori. Noi crediamo molto nell’educazione finanziaria. Purtroppo dalle statistiche emerge che l’Italia è tra gli ultimi posti in Europa per livello di alfabetizzazione finanziaria, per cui il nostro blog è un veicolo funzionale sia a far conoscere la nostra professione che ad aumentare il livello di conoscenza finanziaria dei nostri lettori.
Quali input alla vostra professione può dare il nuovo albo unico? Vi convince?
F.Taccuso: Personalmente non credo che l’Albo dia vantaggi alla nostra professione, anzi. In questi anni nessun cliente acquisito o potenziale ci ha mai chiesto se siamo iscritti ad un Albo. Nemmeno la certificazione Efpa, che peraltro ritengo molto valida, ci ha mai dato particolari vantaggi o visibilità. E questo nonostante io sia certificato già dal 2006. Le persone valutano se un professionista è valido sulla base del rapporto che si crea con il tempo ed in base ai risultati che si ottengono. Ciò prescinde dall’istituzione di un Albo.
Relativamente all’Albo che nascerà a fine anno, io sono decisamente contrario a come si è arrivati alla sua creazione. In un unico “contenitore” vengono inserite, anche se in sezioni separate, figure molto diverse tra loro. Questo non farà che creare ulteriore confusione a investitori e risparmiatori. Saranno pochissimi coloro che capiranno veramente la diversità esistente tra figure che operano sulla base di un mandato e pagate da una banca (ex promotori finanziari) e professionisti remunerati solo a parcella dal cliente. Certamente la soluzione scelta finirà per penalizzare noi consulenti autonomi. Avrei preferito una netta separazione delle due figure anziché una coabitazione forzata all’interno di un Albo Unico.
Chiudiamo con una domanda classica. Quali sono i vostri progetti per il futuro?
F.Taccuso: L’evoluzione naturale della nostra professione è passare dalla consulenza finanziaria alla gestione complessiva del patrimonio dei clienti. E’ il cosiddetto patrimonialista. E’ un percorso che ho già intrapreso attraverso un Master di specializzazione. Il patrimonialista è un professionista di riferimento per il cliente per tutte le tematiche riguardanti il ciclo di vita della persona. Dalla creazione del patrimonio alla sua conservazione, tutela e trasmissione agli eredi. Per fare ciò ovviamente occorrono conoscenze tecniche, ma anche sensibilità e psicologia. Ovviamente per effettuare tutto ciò al meglio, non si può diventare tuttologi, ma è fondamentale creare un network con altri professionisti: il notaio, il commercialista, l’avvocato, l’assicuratore. Il Patrimonialista è colui che conoscendo l’esigenze dei propri clienti interagisce con tutti gli altri professionisti. Quindi il patrimonialista è un coach del proprio cliente, un professionista rigorosamente indipendente che essendo superpartes è in grado di aiutare il proprio cliente ad avere un approccio disciplinato verso i propri principali obiettivi di vita.