Acf, 36 milioni per i risparmiatori traditi

E’ di 854 ricorsi accolti su 976 (87,5%) e 36,1 milioni di rimborsi accordati su 44,8 richiesti (80,6%) il bilancio definitivo dell’attività svolta dall’Arbitro per le controversie finanziarie (Acf) in merito alle controversie insorte tra i “risparmiatori traditi” delle banche ammesse, in base alla legge di conversione del decreto “mille-proroghe” (n. 108 del 21 settembre 2018), alla procedura di ristoro parziale e sulle quali l’Arbitro doveva pronunciarsi entro il 30 novembre 2018. Gli 854 risparmiatori, per i quali l’Acf ha riconosciuto irregolarità da parte degli intermediari nel collocamento degli strumenti finanziari, hanno diritto ad un rimborso parziale pari al 30% dell’importo deciso dall’Arbitro e fino a un massimo di 100mila euro a testa. Il fondo pubblico stanziato dalla legge risulta, quindi, con i suoi 25 milioni di dotazione, capiente a ristorare i risparmiatori che ne faranno richiesta per un ammontare complessivo pari al 30% di 36,1 milioni.

In base alla norma di legge (articolo 11, comma 1-bis, del decreto “mille-proroghe”) hanno diritto al ristoro i “risparmiatori traditi” delle due banche venete (Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca) e degli istituti in risoluzione da novembre 2015 (tra cui Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio, Banca delle Marche, Cassa di Risparmio di Ferrara, Cassa di Risparmio di Chieti), che abbiano presentato ricorso all’Arbitro entro il 21 settembre scorso e che abbiano ottenuto entro il 30 novembre , una pronuncia favorevole da parte dell’Acf. I rimborsi, in parte già corrisposti, saranno erogati dalla Consob secondo la procedura accessibile dal sito http://www.consob.it/web/area-pubblica/fondo-di-ristoro-finanziario.

Di seguito i dati disaggregati suddivisi per intermediario.

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