Azimut non ha paura dei ribassi

Azimut “non teme i ribassisti”, anche se “qualcuno spera di comprarci”. Pietro Giuliani, presidente di Azimut Holding, affida oggi in un’intervista ad “Affari & Finanza” il suo pensiero sul fatto che il titolo della rete di consulenti finanziari e private banker sia oggi uno dei più “shortati” del mercato. Al di là di una serie di motivi tecnici, Giuliani aggiunge che dietro queste scommesse al ribasso c’è il fatto che “noi siamo oggetto di mire d’acquisizione da parte di molti gruppi”, e sottolinea come se asset manager come Engadine Partners, Soros e Otus Capital sono “shortisti” c’è però un gigante come BlackRock che è “long” per il 5%.

Nell’ultimo mese il titolo Azimut ha ripreso l’11% in borsa, anche se il bilancio ad un anno resta negativo per quasi il 37%. La risalita si deve al cambio della struttura commissionale delle fee di performance (vedi notizia): per il cliente, tuttavia, il costo totale non cambia perché, spiega Giuliani, “il Ter rimane più o meno eguale”. A proposito delle fee, il presidente di Azimut ricorda poi che secondo un report recente esse sono per Azimut con un Ter al 2,21%, meno care quindi del 2,4% di Banca Mediolanum e del 2,3% di Banca Generali e battute solo dall’1,7% applicato da Fineco. Inoltre, conclude Giuliani, se si guarda l’incidenza dei costi sulla performance questa per Azimut è al 36% rispetto ad una media di 48% e si confronta col 42% di Banca Mediolanum e l’86% di Banca Generali.

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