Rendiconti Mifid 2, cara Consob ti scrivo

Una richiesta intermpestiva. Così invertici della  società di consulenza finanziaria indipendente, Moneyfarm, hanno definito l’istanza di chiarimenti avanzata da acune associazioni di categoria sui nuovi rendiconti dei prodotti finanziari introdotti quest’anno dalla direttiva Mifid 2. Come sa bene chi ha seguito la vicenda,  Abi, Assoreti, Assogestioni  e Assosim, hanno  inviato  un documento congiunto all’authority europea Esma conalcune osservazioni sui rendiconti di Mifid2, che potrebbero far slittare un po’ in avanti la loro entrata in vigore.

Per Giovanni Daprà  e  Paolo Galvani, che ricoprono rispettivamente la carica di ceo e di presidente di Moneyfarm, non è piùtempo di indugi e occorre arrivare finalmente all’invio dei nuovi rendiconti, che hanno l’oiettivo di fare trasparenza sui costi dei prodotti d’investimento.

Ecco, di seguito, il testo integrale della lettera

Illustre Presidente,

nel corso delle prossime settimane milioni di investitori riceveranno per la prima volta un rendiconto dettagliato di quanto hanno pagato nel 2018 per i propri investimenti. Questa novità, prevista dalla normativa europea MiFID II, stabilisce un principio di trasparenza riguardo una voce di spesa tra le più gravose per il bilancio di molte famiglie creando i presupposti per un mercato dei servizi finanziari più concorrenziale e competitivo.

Abbiamo appreso nei giorni scorsi dal Sole 24 Oreche le associazioni di categoria maggiormente rappresentative dell’industria del risparmio (l’Associazione bancaria italiana, Assosim, Assogestioni e Assoreti) hanno chiesto alla spettabile Istituzione che Lei presiede di proporre all’Esma l’avvio di un tavolo di lavoro per fornire alcuni chiarimenti in merito proprio all’informativa sui costi e sugli oneri.

Fermo restando il diritto delle associazioni di richiedere tutti i chiarimenti del caso, non si può non notare come la richiesta sia stata intempestiva, considerato che MiFID II è entrata in vigore a gennaio 2018, un anno dopo la data inizialmente prestabilita. Gli investitori si aspettano (e ne hanno il diritto) di conoscere al più presto tutti i costi associati ai propri investimenti e di vederli comunicati in modo trasparente e chiaro, come espressamente richiesto dal legislatore.

Dal nostro punto di vista non riteniamo che siano possibili ulteriori indugi. Proprio Esma ha ricordato recentemente che l’Italia è il paese in cui i costi associati ai prodotti finanziari sono tra i più alti in Europa: gli investitori italiani pagano molto di più dei loro pari europei per la gestione del proprio patrimonio (senza averne peraltro, nella maggior parte dei casi, alcuna consapevolezza). Le commissioni pagate, inoltre, superano spesso i rendimenti ottenuti: si tratta di una vera e propria emergenza che riguarda gli oltre 4.000 miliardi di euro di patrimonio mobiliare delle famiglie italiane. Una corretta applicazione di MiFID II è un’opportunità unica sia per l’industria del risparmio, per fare un salto di qualità, sia per tutti gli operatori che da sempre credono nei principi di trasparenza e indipendenza, per poter finalmente concorrere in un mercato dove sia semplice per gli investitori comparare costi e modelli di servizio.

Le associazioni avrebbero potuto elaborare per tempo delle linee guida coerenti e offrire chiarimenti al fine di favorire un’interpretazione univoca da parte degli associati, così da salvaguardare l’uniformità delle pratiche e agevolare la circolazione delle informazioni e la comparabilità dei servizi. In questo senso, in linea con la posizione espressa anche dalla stessa Abi con una circolare agli associati, concordiamo sul fatto che, a questo punto, un’ulteriore richiesta di chiarimenti non possa costituire un motivo per posticipare ulteriormente le comunicazioni ai clienti che, come espressamente richiesto da Esma, devono essere effettuate il più vicino possibile al periodo di rendicontazione.

 

Abbiamo piena fiducia che la spettabile Istituzione che Lei presiede si farà garante di un’applicazione rapida e corretta delle normative di legge a tutela dell’investitore finale.

 

Rimaniamo a disposizione per eventuali ulteriori approfondimenti e Le inviamo cordiali saluti.

 

Giovanni Daprà                                                                                          Paolo Galvani

CEO Moneyfarm                                                                              Presidente Moneyfarm

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