Truffa diamanti: arriva la task force
La posizione di Bpm: già rimborsati un terzo dei reclami
Per quanto riguarda Banco Bpm, i fatti oggetto dell’inchiesta della Procura di Milano sarebbero avvenuti dal 2003 al 2016, cioè antecedenti alla fusione tra il Banco Popolare e la Bpm. Finora, si legge sempre su MF, un terzo dei reclami presentati agli sportelli di Bpm sono stati chiusi con accordi transattivi, con percentuali di rimborso in parecchi casi vicine al 100%. E giovedì la dirigenza dell’istituto si riunirà per fare il punto sullo scandalo ed eventualmente prendere iniziative nei confronti dei funzionari indagati.
L’inchiesta sulla truffa dei diamanti: la vicenda
La scorsa settimana l’inchiesta della Procura di Milano aveva portato al sequestro di 700 milioni di euro complessivi ai danni di cinque banche: Unicredit, Intesa, Mps e, appunto, Banco Bpm e la sua controllata Banca Aletti. Tutto sarebbe partito da due società: la fallita Intermarket Diamond Business di Milano e la Diamond Private Investment di Roma. I reati ipotizzati dagli inquirenti sono truffa aggravata e autoriciclaggio per aver venduto, tramite i canali bancari, diamanti a un prezzo superiore a quelli corrispondenti al reale valore. Inoltre, risultano indagati diversi funzionari delle banche citate: dalle carte dell’inchiesta, si apprende che in alcuni casi le banche avrebbero ottenuto margini fino al 18%.
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