Consulenza: ritorno al futuro

A cura di Giuseppe De Lucia Lumeno

Nulla sarà come prima. È una frase che, durante il decennio di crisi, è stata molto usata e in alcuni casi anche abusata. È senz’altro vero che la crisi, insieme alla rivoluzione tecnologica che in larga parte ne è stata la causa, ha prodotto cambiamenti così radicali che non sarà possibile, ammesso che qualcuno lo volesse, tornare al passato. È però anche vero che il futuro va pensato e costruito concretamente e rapidamente. Altrimenti quella frase è un vuoto ritornello e il mondo che verrà sarà peggiore di quello passato. Tutto ciò è vero soprattutto nel modello di intermediazione bancaria.

Non è più proponibile un sistema bancario incentrato sul modello unico di banca universale che ha caratterizzato la fine del secolo scorso accompagnando il capitalismo finanziario neoliberista. Non lo è prima di tutto perchè quel modello è stato tra le principali cause che hanno trasformato una grande crisi finanziaria come quella del 2008 nella più grande recessione economica internazionale mai conosciuta nella storia contemporanea, con tutte le conseguenze occupazionali, sociali e politiche che ne sono seguite. Ma non lo è soprattutto perché l’innovazione tecnologica ha rivoluzionato, nel vero senso della parola, modi e tempi del funzionamento dell’intero sistema produttivo. E lo ha fatto a tal punto da rendere immaginabile uno scenario futuro in cui il complesso delle relazioni industriali può addirittura fare a meno dell’intermediazione bancaria.

Doppio binario

Per questo motivo ogni atteggiamento di difesa e di conservazione di ciò che è stato sembra destinato a fallire con il conseguente rischio della distruzione di una funzione importante e di un ricco patrimonio. Il sistema economico del futuro avrà, infatti, necessariamente bisogno dell’intermediazione creditizia e finanziaria ma in una forma completamente diversa. Due sono le direttrici lungo le quali, fin da oggi, sta avanzando con evidenza un sistema bancario necessariamente robusto e capillare per il futuro. La prima direttrice è la tutela del risparmio, la seconda è rappresentata dalla reale possibilità del sistema bancario di finanziare gli investimenti. Nulla di nuovo, si dirà. Ciò che è del tutto nuovo è però l’approccio con il quale questi due ambiti richiedono di essere sviluppati. Responsabilità sociale ed educazione finanziaria sono le coordinate entro le quali si svolgerà la partita economica del futuro. Sono gli architravi necessari a rendere solido il sistema del domani garantendo un benessere economico, etico e consapevole. Non più un lusso ma condizioni imprescindibili per l’intero sistema.

Relazioni necessarie

Responsabilità sociale vuol dire essere comunità recuperando una forte coesione; interagire ed essere parte integrante di un territorio di riferimento. Educazione finanziaria significa invece saper raggiungere un utilizzo appropriato e pienamente cosciente degli strumenti d’investimento che la tecnologia attualmente propone a un ritmo impressionante. La spersonalizzazione dei rapporti interindividuali apre la porta a pericoli inimmaginabili e contemporaneamente genera un vuoto enorme che ha bisogno di una presenza umana e moralmente qualificata, l’unica in grado di garantire le necessità dei protagonisti dell’economia. Perché il sistema economico resta un sistema di relazioni e, come la crisi ha dimostrato, non può fare a meno di soggetti istituzionalmente preposti a fare da tramite, in un tessuto socialmente responsabile.

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